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TMW RADIO - Dini: "Il tempo dei paperoni è finito, le società sono aziende"

TMW RADIO - Dini: "Il tempo dei paperoni è finito, le società sono aziende"TUTTO mercato WEB
sabato 8 aprile 2017, 08:012017
di Giulio Dini

Oltre il calcio giocato, oltre il calcio parlato, oltre la semplice apparenza: #Scanner, il calcio come non l'avete mai conosciuto. Trasmissione con Giulio Dini su TMWRadio ogni giovedì alle ore 19:30. Tema della puntata andata in onda ieri il Fair Play Finanziario in Europa e in Italia.

“Il Fair play finanziario è un elemento introdotto dalla Uefa, perché il calcio si sta evolvendo e va verso una dimensione più vicina a quella che è la realtà civile per cui le stesse società devono cominciare a vivere e comportarsi come se fossero aziende che producono. Il tempo dei 'paperoni' è finito, le società devono vivere con i loro ricavi e questo è un concetto che stiamo cercando di far passare. E' chiaro che il tifoso interessato è tentato solo dalla notizia di mercato e dal rafforzamento della squadra, ma è necessario che sappia che questo, da ora in poi e sempre di più, con le dovute eccezioni, passerà attraverso le capacità manageriali di chi conduce il club”.

“Il Fair play finanziario è un regolamento che è stato introdotto dalla Uefa nel 2010, prevedendo di cominciare ad operare nel 2013 con una fase biennale di monitoraggio ed ha l'obiettivo di imporre alle società iscritte alle competizioni Uefa il pareggio di bilancio e cioè: non posso spendere più di quello che guadagno. Chi non è in regola con questi parametri rischia di non essere ammesso alle competizioni come è successo. Il Fenerbahçe è stato estromesso per esempio".

“C'è un organismo di controllo finanziario che stabilisce la congruità dei conteggi sulla base dei bilanci degli ultimi tre anni e in base al rispetto dei parametri si stabilisce se la società debba essere sottoposta a sanzioni o meno. Però si è cercato di procedere per gradi. Il correttivo abbastanza significativo che rimane in piedi con le vigenti norme è quello di concedere un margine di bilancio. Si dice cioè di voler imporre il pareggio di bilancio, ma non lo si impone: si consente uno sbilancio, un saldo negativo tollerato, una deviazione accettabile. Adesso in ambito Uefa si può fare dei “buchi” fino a 30 milioni”

Esiste in Italia un istituto analogo per l'iscrizione nel campionato nostrano?
“Si, il consiglio federale ha approvato che a decorrere dall'iscrizione per la stagione sportiva 2018/2019, sarà adottato un sistema di rilascio delle licenze analogo. Si andrà anche in Italia al pareggio di bilancio, con la differenza sostanziale, che lo sbilancio tollerato non sia in maniera fissa per tutte le società. In Italia si introduce un elemento percentuale: la perdita massima tollerata dovrà essere al 25% della media del valore della produzione degli esercizi di riferimento: si prendono gli ultimi tre anni e si fa una media dei ricavi del valore di produzione. Si incorre in delle sanzioni se si supera il 25% ma dato che si va per gradi e a decorrere dalla stagione 2018/2019, si prenderanno inizialmente i primi due anni perché si pensa che le società si saranno orientate in vista di questo traguardo e si valuterà lo sbilancio in misura del 50%. I primi due anni si consente di sforare”.

Perché le società non hanno fatto questa comunicazione ai tifosi?
“E' sicuramente un problema di comunicazione dei club. E' indubbio che il così detto proprietario abbia ancora la possibilità di mettere mano al portafoglio ma non lo può fare facendo mercato ,ma solo ripianando le perdite e questo è un sistema diciamo di riparazione. Le istituzioni esigono e impongono che il mercato si faccia sulle risorse e sulla base di quelle che sono state le sanzioni eventuali che sono comminate dalle autorità. In ambito europeo sappiamo che ci sono società che non hanno potuto operare sul mercato, infatti le sanzioni non sono solo economiche, ma ci sono delle interdizioni e si hanno anche delle limitazioni nelle compilazioni delle liste per le competizioni europee. In Italia saranno grosso modo le stesse sanzioni, anche in Italia ci sono le liste. Dalla prossime stagione bisogna cercare di andare verso il pareggio di bilancio, ogni volta che si sconfina sono i soci chiamati a ripianare, ma non è un gioco che piaccia a tanti, a meno che non si sia in presenza di una grossa multinazionale. Queste figure di sponsor che in realtà sono la proprietà del club superano un limite che la Uefa ha fissato e quindi comporta altre sanzioni”.

Guarda il video e ascolta l'intera puntata

Oltre il calcio giocato, oltre il calcio parlato, oltre la semplice apparenza: #Scanner, il calcio come non l'avete mai conosciuto. Con Giulio Dini e Lorenzo Di Benedetto su #TMWRadio

Pubblicato da Tuttomercatoweb.com su Giovedì 6 aprile 2017