115 anni e primo titolo: la favola del Gent, rimpianto di Zukanovic
Finora il Gent, club fiammingo militante nella massima divisione belga, poteva vantare solamente tre Coppe nella propria bacheca. Questo nonostante da 25 anni, era il 1989-90 quando raggiunsero la promozione, gli azzurri tentavano di lottare per vincere lo Scudetto. La vittoria di giovedì per due a zero contro lo Standard Liegi ha chiuso la rincorsa al primo vessillo: per due volte il Gent era arrivato secondo in classifica, mentre nel 1992 arrivarono ai quarti di finale di UEFA.
Così, interrompendo il tradizionale dominio di Anderlecht, Bruges e Standard, il Gent ha alzato lo Scudetto, ed è una storia molto simile a quella del Borussia Dortmund, sebbene con tempi più lunghi. Perché, a cavallo del millennio, il Gent era a rischio bancarotta, con un debito di oltre 20 milioni di euro: non pochissimi per chi, a differenza delle italiane, è abituato a un fatturato decisamente inferiore. E nel 2012, dopo un lungo piano di risanamento, il Gent è riuscito a recuperare tutti i debiti e poi, un anno dopo, spostarsi verso la Ghelamco Arena, di 20 mila posti, da uno stadio decisamente più piccino e più anziano.
Di fatto il Gent è stato il primo club a dotarsi di uno stadio nuovo: erano oltre 40 anni che non ne veniva costruito uno, ed è stato inaugurato da un'amichevole contro lo Stoccarda (vinta per 2-0) a metà agosto 2013.
Il Gent attuale è una squadra di illustri sconosciuti al di fuori del calcio belga, con pochissime presenze nelle rispettive nazionali. Il più esperto è Rami Gershon, almeno in ambito internazionale, grazie alle sue venti partite con la nazionale israeliana. E il giocatore più rappresentativo è in prestito, in Italia: Zukanovic al Chievo ha fatto benissimo, dopo essere stato prelevato proprio dai Buffalo. Chissà che, almeno un piccolo rimpianto, non lo abbia pure lui.