È tornata Zemanlandia. Sperando che non sia un trappolone
Il Pescara è in una situazione più che disperata. La squadra di Sebastiani, dopo l'addio di Massimo Oddo, ha scelto per il momento revival, con Zdenek Zeman a riprendere le redini dopo che qualche anno fa, cinque per l'esattezza, aveva riempito sistematicamente (di speranza e di tifosi) lo stadio Adriatico, salvo poi lasciare dopo la promozione in Serie A e il lancio di qualche giovane come Lorenzo Insigne, Ciro Immobile e Marco Verratti. Inutile dire che il boemo fece un lavoro meraviglioso a Pescara, facile però sbagliare di grosso nel futuro prossimo: ritornare in biancoceleste rischia di essere un trappolone, il canto del cigno della propria carriera, perché Zeman non è mai stato un grande traghettatore: quando non ha avuto la possibilità di iniziare dal primo giorno non ha mai convinto.
Dall'altra parte Zeman avrà diciotto mesi di contratto, quindi almeno un altro anno per provare di ritornare in Serie A, magari creando un gruppo che possa riaprire Zemanlandia, un po' come i Rambaudi e i Signori ai tempi del Foggia, oltre ai tre tenori già citati a Pescara.
Insomma, una mossa da captatio benevolantiae nei confronti di un ambiente che nelle ultime settimane è andato via via degradando, prima con l'incendio delle due auto del presidente Sebastiani, poi con la decisione di disertare le partite in casa. Chissà se Zeman basterà per salvare, se non capra e cavoli, almeno le apparenze.