Adam Johnson rischia tutto per pedofilia. E perde contratti
C'è un caso che sta scuotendo l'Inghilterra calcistica, soprattutto con l'opinione pubblica che sta imperversando nel condannare Adam Johnson, reo di avere avuto rapporti sessuali con una quindicenne e tacciato di pedofilia. D'altro canto è stato lo stesso ex Manchester City ad avere confermato l'accusa. Due piccole considerazioni sono d'obbligo: pur sapendo che sarebbe andato incontro a problemi seri - sia con il Sunderland sia con le sue sponsorizzazioni - perché Johnson ha confermato una delle tre accuse a lui rivolte (sempre per atti sessuali con la stessa persona), negando categoricamente le altre? Possibile che sia un modo per rinvigorire la propria posizione, posto che sia la verità - e lo è - ma anche per evitare guai peggiori.
La seconda è se considerare davvero una quindicenne come una bimba di dieci, undici, dodici anni.
Al di là dei facili moralismi - ed è semplice caderci - starebbe tutto alla sensibilità della persona. Dall'altra parte si può anche presupporre che abbassare ulteriormente una soglia già a rischio sia assolutamente sbagliato.
Rimane, in ogni caso, uno dei simboli di un'Europa che spesso e volentieri condanna i propri atleti quando fanno qualcosa contro la legge. La domanda, anche qui abbastanza lecita, è: in Italia una squadra di medio bassa-classifica, in lotta per la salvezza, avrebbe il coraggio di licenziare il miglior giocatore (o almeno il più rappresentativo) per una questione del genere?