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Allenatori, a giugno sarà valzer. Ma non per le big

Allenatori, a giugno sarà valzer. Ma non per le bigTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 26 novembre 2014, 07:452014
di Andrea Losapio

Ogni fine maggio, un presidente sa che dovrà alzarsi, nella calura, e pensare a chi sarà il nuovo allenatore. Perché spesso e volentieri i cicli finiscono, soprattutto in Italia, soprattutto quando un tecnico occupa la propria poltrona da parecchio tempo. Quindi sarà complicato pensare che le big, che hanno praticamente tutte cambiato il tecnico nell'ultimo anno, potranno svoltare in una maniera diversa. Perché Roberto Mancini, l'ultimo arrivato, ha un triennale dalla sua. Filippo Inzaghi appare intoccabile - anche perché costa decisamente meno dei suoi emuli - mentre per Massimiliano Allegri saranno i risultati a parlare: in questo momento è tutt'altro che in bilico. Rudi Garcia è intoccabile alla Roma, mentre Pioli dovrà fare i conti con un ambiente, quello laziale, che in tre partite ti può portare dal paradiso all'inferno.
L'unica, a conti fatti, che potrebbe - ma non è detto - cambiare è il Napoli: Rafa Benitez lo sta facendo giocare benissimo, ma i punti incominciano a scarseggiare, almeno per puntare al primo o al secondo posto.

Una qualificazione ai preliminari di Champions cambierebbe, ovviamente, le carte in tavola, ma sarebbe presuntuoso pensare che, dopo un'estate quasi immobile, stavolta il tecnico ex Valencia accetti di rimanere senza mercato. Così Vincenzo Montella, candidato principale a lasciare la panchina della Fiorentina, rischierebbe di rimanere senza sedia. Così come Sinisa Mihajlovic, pure lui pronto ad accettare una big: bisogna cercarla e, azzurri a parte, al momento non sono disponibili. C'è poi pure Luciano Spalletti, 6 milioni di euro netti a stagione, che vedrà scadere il contratto-prigione con lo Zenit San Pietroburgo.
E in fondo? I risultati saranno importanti: per il Genoa Gasperini appare intoccabile, Iachini è sempre in discussione, Donadoni e Ventura sentono la panchina scottare. E pure Colantuono, dopo l'ennesima sconfitta con la Roma (e dopo tre pareggi), rischia sempre di più: magari non subito, perché il contratto è fino al 2017, ma sul lungo termine certamente.