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Allenatori sull'orlo di una crisi di nervi

Allenatori sull'orlo di una crisi di nerviTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
lunedì 2 marzo 2015, 13:002015
di Raimondo De Magistris

Monosillabi e provocazioni. La reazione avuta ieri da Benitez subito dopo il ko contro il Torino è stata di quelle inattese. Sempre propenso a difendere la squadra e a dialogare con i giornalisti, dopo la sfida dell'Olimpico il manager spagnolo ha preferito evitare qualsiasi confronto e dare più o meno sempre la stessa risposta a prescindere dalla domanda: "La squadra ha giocato male nel primo tempo e meglio nella ripresa". Un atteggiamento rivedibile che ha messo in evidenza un nervosismo palese per errori difensivi che si ripetono con una ciclicità preoccupante.
Tutt'altro che sereno è apparso poche ore prima in conferenza stampa anche Rudi Garcia. Il suo 'Vinceremo sicuramente lo Scudetto' detto subito dopo la gara d'andata contro la Juventus s'è trasformato in un pericoloso boomerang che ieri, in occasione dell'ennesimo ritorno su quelle dichiarazioni, Garcia ha afferrato al volo per evitare che anche in futuro lo possa colpire. "Forse una divinità misteriosa ha voluto punire il mio peccato di superbia", ha detto il manager francese che un girone fa si aspettava ben altro campionato e, invece, adesso si trova a difendere con le unghie e con i denti il secondo posto.
Sempre più solo e isolato anche Filippo Inzaghi. Presentato con entusiasmo la scorsa estate da Adriano Galliani, l'allenatore del Milan è alle prese con risultati che non arrivano e che portano la società a valutare anche un immediato cambio di guida tecnica.

In società nessuno prende più le sue difese come accadeva fino a Natale, tutti restano a guardare uno spettacolo tutt'altro che esaltante e lavorano per soluzioni alternative. Proprio come accaduto un anno fa con Clarence Seedorf.
Poco sereni anche Gianfranco Zola e Stefano Colantuono. Il primo ieri, dopo l'ennesimo ko stagionale al Sant'Elia, è stato momentaneamente confermato, ma resta in bilico e dovrà immediatamente invertire la rotta se vorrà evitare il ritorno in Sardegna di Zeman. Il secondo, quattro sconfitte nelle ultime quattro gare, è alle prese con la stagione più difficile da quando è a Bergamo ed è quartultimo con una squadra costruita - almeno secondo le intenzioni estive - per disputare un campionato decisamente più tranquillo. Il tutto arrivato dopo un derby della Lanterna ben giocato ma che non ha risparmiato episodi di nervosismo come l'aggressione di Mihajlovic a Regini e la sfuriata a microfoni aperti di Gasperini per l'errore di Roncaglia.
I nervi, insomma, sulle panchine di Serie A sono tesissimi. Il campionato italiano resta quello più stressante e nemmeno i lauti compensi di fine mese sembrano riuscire più a rasserenare gli animi.