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Ancelotti: "Allenerei l'Italia nel 2030. Chelsea? Mourinho sa cosa fare"

Ancelotti: "Allenerei l'Italia nel 2030. Chelsea? Mourinho sa cosa fare"TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 12 novembre 2015, 11:392015
di Tommaso Bonan

Carlo Ancelotti ha rilasciato un'intervista al britannico Daily Mail, parlando anche del suo futuro e della Nazionale italiana: "La allenerei nel 2030. C'è un ciclo di 12 anni con l'Italia, che risale al 1970. Nel '70 ha perso la finale, nell'82 ha vinto, nel '94 ha perso di nuovo la finale, e nel 2006 ha vinto. Questo significa che l'Italia perderà la finale nel 2018 così mi prenderei l'incarico per il 2030. A parte gli scherzi, ho avuto alcune offerte in tutto il mondo, ma alla fine preferisco rimanere fuori per un anno. Ho avuto tre esperienze da subentrato. Alla Juventus a febbraio, a Milano e al PSG a novembre, e tutti e tre non sono state buone. Quindi preferisco rimanere un anno fermo. Se ho la fortuna di trovare un club in estate, bene, altrimenti, forse devo prendere in considerazione un incarico a stagione iniziata, ma non ora. Il Chelsea? Non avrei nessun problema con il Chelsea, ma José non sarà licenziato. Hanno già scelto di tenerlo, e penso che hanno fatto una buona scelta. Non ho parlato con lui, ma andiamo d'accordo. Mourinho è uno dei migliori manager del mondo, non c'è dubbio. Non è così preoccupato.

Durante la partita con la Dinamo Kiev i sostenitori cantavano il suo nome. Sarà lui a risolvere i problemi della squadra. Il calcio inglese? Mi piace il calcio qui, ho ancora una casa a Londra, e mi piacerebbe essere con una squadra che è competitiva in Inghilterra e in Europa. Il Liverpool è una buona squadra. Hanno alcuni ottimi giocatori giovani - Coutinho, Firmino, Benteke. Se riescono a trovare un giocatore esperto come Gerrard o Carragher - un esempio per la squadra - credo che possano essere davvero competitivi. Ma io non ho parlato con loro. Klopp è un buon manager. L'esonero dal Real Madrid? Essere licenziati fa parte del tuo lavoro, ma in questo caso non è stato giusto. Ho avuto un rapporto fantastico con i giocatori, erano veramente seri, veramente professionali.Si è giudicati sui risultati, ma non si può vincere ogni anno. Certamente non in Spagna, dove c'è la migliore squadra del mondo, il Barcellona. Poi, c'è l'Atletico, che è anche molto competitivo. A Madrid è stato il lavoro più duro. Ho avvertito più pressione anche di Milano".