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Atalanta, quando la decrescita non è infelice: ma non può esserlo sempre

Atalanta, quando la decrescita non è infelice: ma non può esserlo sempreTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
venerdì 20 gennaio 2017, 08:152017
di Andrea Losapio

Nel corso dell'ultima sessione di mercato l'Atalanta ha posto in essere una politica strana. Prima andando a rinforzare la rosa con due acquisti da big, o quasi, come Paloschi e Zukanovic. Poi però perdendo de Roon, sostituito da Grassi in prestito secco dal Napoli, ed escludendo Sportiello - arrivato sino alle soglie della nazionale - per puntare su Berisha. Il risultato, dopo cinque partite, era quello di una decrescita decisamente infelice e un Gasperini costretto a rivoluzionare la squadra. Facendolo molto bene, tanto che i Gagliardini e i Kessie sono stati considerti come un tesoro da parte dei nerazzurri, probabilmente a ragione.

Insomma, non cercare di comprare per comprare ha prodotto dei buoni risultati, forse anche con una buona dose di fortuna. Il problema magari si pone ora, perché dopo la gara contro il Chievo - vinta 1-4 - l'Atalanta è ora senza i due suoi uomini simbolo, uno ceduto e l'altro in Coppa d'Africa, con la croce che viene portata da Freuler e Grassi, con il secondo che ora vorrebbe, con l'esclusione con la Lazio, andare all'Empoli per essere protagonista.
Ora l'Atalanta si trova davanti a un bivio: continuare con gli stessi giocatori, magari inserendo un'alternativa al Papu (che forse non giocherà contro la Sampdoria), oppure rimanere così, evitando acquisti e puntando sulla ricalibrazione degli obiettivi. Certo, dopo tanto tempo a Bergamo c'era il sogno Europa. Questo non è il modo più semplice per centrarlo.