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Belotti e Immobile, presente e futuro azzurro. Peccato non granata

Belotti e Immobile, presente e futuro azzurro. Peccato non granataTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
giovedì 23 marzo 2017, 06:452017
di Andrea Losapio

Qualche decade dopo, il Torino aveva i suoi nuovi Pulici e Graziani. Perché Ciro Immobile e Andrea Belotti, così diversi - anche geograficamente, uno napoletano e l’altro bergamasco - e così uguali, nella loro rincorsa verso il pallone, con guizzi da velocista (Immobile, a dispetto del cognome) oppure colpi di testa. Che un gallo difficilmente farebbe, impaurito a spettinarsi la cresta. Due attaccanti atipici, nessuno dei due ariete e nemmeno fantasisti, niente numero dieci né numero nove da granatiere, bensì due undici, abili sia a giocare come centravanti come girare al largo. Una volta, anni fa, avrebbero detto “il prototipo dell’attaccante del duemila”, solo che poi gli anni sono andati avanti, il futuro è arrivato e i duemila (di nascita) già giocano in Serie A. Un’enorme forza di volontà per l’orobico, non certo un predestinato, più un calciatore alla Casiraghi ma con la possibilità di lasciare il segno più del pur ottimo Pierluigi. Doti naturali per il napoletano che, si vedeva già da ragazzino, si divertiva a saltare tutti e segnare. Il calcio dei grandi non è così, serve un gioco di squadra, più corale e meno individualista. Probabilmente glielo ha insegnato Zeman, ma è stato proprio Ventura a farlo maturare fino al Borussia Dortmund e a un paio di esperienze negative. Un anno fa, a marzo, uno era addirittura in dubbio per un posto (c’era Pavoletti), l’altro non ci pensava nemmeno. In fin dei conti non è andata male a nessuno dei due, grazie anche a una stagione da protagonisti assoluti.

Peccato che sia stata fatta da separati. Perché il Toro dello Scudetto, proprio quello con Pulici e Graziani, aveva un altro appeal. Era completamente diverso rispetto a ora, il gioco del futbol, con quel velo vintage e comportamenti più umani, pur mantenendo una certa superiorità economica che esisteva anche prima, certo non così smaccata. Così il Toro poteva tenersi i propri gemelli del gol, mentre il Torino non può riscattare Immobile e potrebbe perdere Belotti per 100 milioni. Quelli di Jeppson, al Napoli, il colpo più chiacchierato della storia perché costato 105 milioni. Di lire.