Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Berlino non è più così lontana: Juve tra le 4 più forti d'Europa

Berlino non è più così lontana: Juve tra le 4 più forti d'Europa TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 23 aprile 2015, 06:152015
di Giulia Borletto

Che fatica, che fatica, ma lo 0-0 al Louis II porta la Juventus in semifinale di Champions. Erano 12 anni che non accadeva, non ci era riuscito Capello, non ci era riuscito Conte. Ci riesce lui, Massimiliano Allegri, l'allenatore che i tifosi a luglio non volevano, in cui pochi credevano, ma che davvero ha portato a Vinovo calma e serenità. Una partita come quella di ieri sera l'anno scorso i bianconeri l'avrebbero persa, anche se la paura di perdere per davvero ha fatto capolino più e più volte. La voglia di passare era tanta, la paura di cadere vicino al traguardo pure, la paura di lasciare spazio alle critiche ancora di più. Vidal e Tevez non erano al meglio causa virus, Morata è stato male appena rientrato in panchina. Nel primo tempo i padroni di casa ci hanno provato in tutti i modi, lottando su ogni pallone come deve obbligatoriamente fare chi parte svantaggiato. Allegri sapeva che nella mite serata monegasca avrebbe vinto la più brava e paziente non la più forte. Anche i tanti juventini presenti nel settore ospiti e non, dopo un iniziale momento di enfasi e supporto, sono calati in un surreale silenzio, in apprensione e basiti davanti alla grinta della squadra di Jardim. Chiellini comincia mettendo in ansia Allegri al 2': scivola e per fermare la cavalcata di Moutinho stoppa la palla con la mano.

Subito un'ammonizione e prima occasione per i padroni di casa, che da quel momento non hanno mai fermato la macchina organizzativa, mettendo in ombra la flebile manovra juventina. Fa e farà tanto discutere il mancato rigore concesso per fallo su Kondogbia: pochi dubbi in questo caso, era netto. Comincia nello stesso modo la seconda frazione di gioco: Monaco arrembante, Juve remissiva e in affannato. Cos'è successo alla squadra che ha schiacciato il Borussia un mese fa o a quella che sabato ha fatto due gol alla Lazio? Morata non segna dal 18 marzo e proprio ieri non ha registrato la sua serata migliore. Il giocatore più atteso, quello che avrebbe dovuto inventare e seminare il panico nella retroguardia biancorossa, Tevez, ha avuto solo qualche lampo di genio, non abbastanza per dar pena a Raggi e compagni. Dentro Llorente per Morata, fuori Vidal per Pereyra, la musica cambia, poco ma cambia, forse anche per la stanchezza degli avversari. Per capire le difficoltà affrontate, basta pensare che il primo angolo per la Juve è arrivato all'80'. Il triplice fischio finale è una liberazione. Regala il sorriso ai tanti bianconeri sbarcati nel Principato, solo per essere ad un passo da Berlino, non per la prestazione della serata.