Branchini: "La Superlega è inevitabile. In pochi credono nella giustizia sportiva"
"Pochi credono nella giustizia sportiva, e alcuni non hanno la fiducia necessaria nel comportamento della Covisoc, purtroppo". A dirlo è Giovanni Branchini, storico agente, nel corso della sua intervista a TMW. "I vertici della Federazione sono sempre stati consapevoli dei dubbi nei confronti di quelle strutture e si sono sempre impegnati, a parole, a migliorare le cose, ma noi viviamo una realtà per cui tutte le energie sono assorbite dalle beghe interne. Non c'è nessuno sforzo, in assoluto, di autoregolamentazione, di pulizia, di controllo. Quindi ti viene da giustificare quello che normalmente, in un mondo idealisticamente funzionante non dovrebbe accadere. Lo sport deve avere autonomia, ma anche l'onestà di investire sul controllo, sul rispetto delle norme vigenti. Noi agenti da quindici anni denunciamo come vengano comprate le procure dei giovani calciatori e nessuno muove un dito nonostante ciò rappresenti una chiara infrazione alle regole.
"Noi tutti auspichiamo che qualcuno faccia irruzione alla FIFA e la obblighi a fare il suo dovere, poi faccia lo stesso con la UEFA. Avrebbero il potere, le strutture e i mezzi economici per gestire e regolamentare il nostro mondo ma sono troppo preoccupati di organizzare eventi, produrre proventi e mantenere il seggiolino. Non si dovrebbe gridare allo scandalo se un ente superiore decidesse di farlo…".
Però così non c'è il rischio che FIFA e UEFA escludano le squadre italiane?
"Che alla fine ci sarà una Superlega o qualcosa di simile ne siamo tutti convinti. Se chi determina, oggi, non ha ancora capito che sta andando nella direzione sbagliata, arriveremo a un punto in cui inevitabilmente i club faranno qualcosa di privato, si autoregolamenteranno e gestiranno autonomamente il loro universo".