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Bucchioni: "É la Fiorentina di Kalinic e Rossi. Allarme infortuni"

Bucchioni: "É la Fiorentina di Kalinic e Rossi. Allarme infortuni"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 29 ottobre 2015, 07:262015
di Redazione TMW
fonte Enzo Bucchioni

Una gran serata che va oltre il risultato e i tre punti: la Fiorentina è ripartita. Le preoccupazioni c'erano, inutile nasconderlo. Dopo due partite ben giocate e perse, il rischio del contraccolpo psicologico poteva essere forte, si temeva il crollo dell'autostima, la perdita della convinzione. Rischio sventato. Segno che questa Fiorentina è matura, sa digerire le sconfitte e gestire le difficoltà. Vincere con relativa facilita' su un campo difficile, in una partita molto dura, messa sul piano fisico da una squadra con l'acqua alla gola e il tecnico in zona esonero è un segnale molto importante, se l'allenatore cercava conferme sulla personalità di questo gruppo.

Da Verona, così, arriva una vittoria fondamentale per mettersi alle spalle due ko immeritati e riprendere la corsa in testa alla classifica. Roma, Inter, Napoli e Fiorentina marciano spedite, un quartetto al comando e sabato prossimo ci sarà da divertirsi con Inter-Roma.

La Fiorentina, dunque, resta nelle zone alte della classifica e secondo me ha tutto per rimanerci fino alla fine (lo scudetto è un altro discorso) per le qualità dell'organico, la forza del gioco, un allenatore che è anche un leader e una società che accompagna la crescita con serenità.

Partiamo proprio dall'allenatore che ha corretto subito, o almeno cercato di correggere, i difetti visti nella gara contro la Roma. La manovra offensiva, nonostante la pressione e gli oltre 20 tiri (12 nello specchio) con i giallorossi è sembrata a tratti lenta, prevedibile, vivacizzata solo grazie a Kalinic. Troppo poco.

Ecco allora la mossa Rossi dal primo minuto, una gran spalla per Kalinic e un giocatore tecnicamente diverso da tutti gli altri. Ma Sousa ha fatto di più, ha chiesto a Kalinic un ruolo diverso, da seconda punta, con Rossi punto di riferimento, ma anche abile ad aprire gli spazi per le incursioni del croato. I due si trovano e si capiscono, la Fiorentina ha una soluzione in più.

Soprattutto però siamo felici per Rossi che ha ritrovato il guizzo, la capacità di capire con le sue intuizioni come si svolgeranno le azioni e di stare in partita. Non ha più paura e questo vuol dire tanto. Ha preso perfino un cartellino giallo per gioco falloso. Manca ancora la resistenza, ha cinquanta minuti nelle gambe, ma il cento per cento di Rossi non è lontanissimo, il 2016 sarà l'anno di Pepito con l'Europeo all'orizzonte. Lo merita.

Ma ancora una volta il palcoscenico lo prende Nikola Kalinic che ha messo la gamba sul primo gol (deviazione di Marquez decisiva) e segnato il raddoppio con un'azione partita da lui e chiusa da lui dopo aver allargato a Pasqual con cross di Rossi. Il segnale è forte, Kalinic può fare la prima punta e l'ha dimostrato, ma anche partendo da più lontano ha grandi qualità tecniche e senso del gioco che lo portano a essere sempre nel vivo dell'azione e creare spazi e partire in verticale per far saltare le marcature e dare superiorità. Un gran giocatore che ha segnato sei gol in dieci partite, ne ha propiziato un altro paio e con gli assist ha un buon rapporto. Con Rossi ha trovato un altro attaccante che come lui ha la capacità di essere veloce di piede e di testa: sono e saranno ancor di più una grande coppia.

Per il resto, diciamolo, una gara tecnicamente normale. Hanno vinto il carattere e la maturità della Fiorentina, dal punto di vista del gioco era andata molto meglio contro Napoli e Roma, ma è vincere partite come questa che nel nostro campionato da il vero valore di una squadra.

E la Fiorentina c'è, come abbiamo sempre pensato anche alla faccia di quelli che dopo i due ko avevano già ricominciato con le solite litanie del malaugurio.

Il gioco mi è piaciuto poco perché ho visto la stessa squadra capace di fare possesso e giro palla, ma lo ha fatto in maniera leziosa, con modesta aggressività, stando troppo lunga. Si sono visti più i singoli o i colpi dei singoli rispetto al gioco corale che ha funzionato meglio in altre occasioni. E se è vero che per giocare bene bisogna essere in due, è altrettanto vero che di fronte ai due punti possiamo anche dire il più classico dei chissenefrega. Sarà Sousa a dover far notare gli errori e a chiedere le eventuali correzioni. Ma siamo sicuri che già domenica prossima con il Frosinone sarà l'occasione per ritornare a coniugare punti e gioco. Poi ci sarà la Sampdoria e il patto dentro il gruppo è uno e uno solo: fare nove punti Verona, Frosinone e Samp. E' possibile.

In attesa, detto della prestazione discreta da parte di quasi tutti (Borja bene anche da interno), ci sono stati purtroppo anche due guai da valutare, sperando che si tratti di roba da poco. Astori ha accusato un problema muscolare, Kuba un dolore al suo ginocchio malefico. Gli accertamenti di oggi ci diranno qualcosa in più, ma proprio l'arrivo del Frosinone può consentire un recupero senza forzature come sta accadendo con Alonso che probabilmente tornerà in Europa League. Non c'è fretta.

C'è fretta invece di individuare i rinforzi per gennaio che, anche in virtù dei contraccolpi, sono necessari in difesa e sugli esterni. Ma arriveranno.