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Campioni e grandi esborsi: spendere di più significa fare meglio

Campioni e grandi esborsi: spendere di più significa fare meglioTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
martedì 23 giugno 2015, 07:152015
di Andrea Losapio

L'arrivo di Geoffrey Kondogbia, numero sette con la maglia dell'Inter, è stato salutato in due modi. Da una parte chi crede che non possa valere quella cifra lì, quei 35 milioni più 3 di bonus che l'Inter ha versato per portarlo in nerazzurro. Da una parte chi pensa possa valerli, ma che il suo arrivo sia propedeutico ad altre partenze. Illustri, come quella di Icardi - difficile da digerire, ma anche da pensare allo stato attuale - oppure di Handanovic. O quella di Kovacic, che però potrebbe essere meno traumatica rispetto alle altre due (soprattutto in caso l'Inter riesca a cederlo sui 25 milioni di euro), sebbene il portiere sloveno sia forse il più sacrificabile ma con meno mercato.
Tornando a Kondogbia, con i fatturati che stanno esplodendo verso l'altro, soprattutto con le big tra sponsorizzazioni, televisioni e merchandising, spendere 35 milioni per Kondogbia, per chi ha un brand forte - ma con ampi margini di miglioramento - come quello meneghino, sia tutt'altro che una mossa azzardata.

Dovesse esplodere potrà tranquillamente creare una plusvalenza, rimanesse così avrebbe comunque un ritorno commerciale che sta già avendo in queste ore. Certo, finisse come Felipe Melo allora sarebbe un problema, ma si parte su basi diverse: nelle ultime tre stagioni Kondogbia è cresciuto in maniera esponenziale, e lo si è visto pure nel doppio scontro con la Juventus. L'Inter ha bisogno di una struttura solida e ora gli manca solo un difensore come Miranda - ammesso e non concesso che Murillo abbia bisogno di tempo - per infilare uno scheletro di squadra vincente. Certo, arrivasse anche un altro centrocampista (Imbula pare saltato) allora il secondo posto sarebbe ampiamente alla portata. Magari il primo è ancora utopico, ma la stessa Juventus - nel 2011-12 - ha vinto uno Scudetto dopo una stagione sciagurata. E il Milan aveva un certo Ibrahimovic, vincitore seriale di qualsiasi titolo per praticamente tutta la carriera.