Caniggia non vola. Cordone, quando il biondo non fa l'attaccante

"Caniggia vola, elimina l'Italia, e portaci in Europa". Inizio anni novanta, il biondo attaccante argentino, in forza all'Atalanta, veniva spronato così dai propri tifosi. Perché la UEFA era di casa, a Bergamo, perché il calcio era parecchio diverso, perché le medio piccole potevano finire - con cadenza periodica - a giocarsi una semifinale con il Malines, perché tutti guardavano la Coppa Campioni ma anche gli altri tornei erano divertenti e importanti. Meglio sottacere il finale della canzone, basata sul ritmo de "La notte vola" cantata da Lorella Cuccasini.
Ecco, Caniggia volava. Figlio del vento, veloce, rapace, su un pallone spedito in profondità da Diego Maradona - tagliando in due la difesa del Brasile - oppure su un cross ad anticipare Zenga. Gli scambi con Evair e quelli con Nicolini. Volava e vola ancora, perché spesso è in Spagna, ma qualche volta arriva a Bergamo. E pure in Argentina: lunedì scorso avrebbe dovuto giocare una partita di vecchie glorie fra una selezione albiceleste e una di brasiliani.

Caniggia, che non più tardi di due anni fa è stato acquistato dal Wembley FC per le partite di FA Cup, sarebbe stato l'ospite d'onore. Condizionale d'obbligo, perché il Caniggia che volava ha perso l'aereo, costringendo gli organizzatori a fare senza. O quasi.
Perché fra i tanti ospiti c'era pure Daniel Cordone, attaccante di peso ma biondo al punto giusto per prendere il posto di Caniggia, nell'arena di Das Dunas a Natal, dove si sono disputati i Mondiali lo scorso giugno. Opportunamente imbacuccato, Cordone poteva sembrare, a una prima vista, l'ex campione di Atalanta, Verona e Roma. Il falso Caniggia, volante con l'aereo, non volava sulla fascia, né al centro del campo. Caratteristiche diverse, partita diversa. E chissà che, all'inizio degli anni novanta, gli organizzatori non avrebbero potuto farla franca.