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Cassano, il bel tacer non fu mai scritto

Cassano, il bel tacer non fu mai scrittoTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 29 gennaio 2015, 13:512015
di Andrea Losapio

In pochi possono contestare la scelta di Antonio Cassano di andare via dal Parma. Dopo mesi di stipendi non versati, circa quattro milioni persi, quasi nessuno avrebbe deciso di rimanere in una squadra tremendamente ultima in classifica, sconfitta pure contro il Cesena nello scontro salvezza di domenica al Tardini. Insomma, mettere in mora un club che ha cambiato sì proprietario, ma che per sette mesi non ha ingiustamente pagato chi lavorava, non è una scelta esecrabile.
Lo è, semmai, per una questione di tempistiche. Il giorno prima usciva la notizia che Cassano poteva interessare alla Juventus, qualora Giovinco dovesse lasciare il bianconero anzitempo per finire a Toronto. Difficile non collegare causa ed effetto, ancor meno se solo una settimana prima il Pibe di Bari Vecchia diceva di essere innamorato della Sampdoria ma di stare bene al Parma, di voler provare a fare l'impossibile per salvare la squadra. Un bel tacer non fu mai scritto, parte prima.
E poi c'è la querelle a distanza, tra Donadoni e Cassano, andata in scena ieri sera. Quando il barese si è ormai proposto a tutte le squadre italiane - possibili e non - il tecnico parmense ha spiegato che è più semplice scappare.

Frecciatina. E che in campionato erano stati presi sette gol, pure con più qualità in campo, e serve correre. Frecciatona. Perché il Cassano degli ultimi mesi, a parte la meravigliosa prestazione con il Chievo, è sembrato sempre più il parente di se stesso, intento a piacersi e lamentarsi più che a fare la differenza, come sa ancora fare. Così, dopo aver messo in mora la società, la risposta attraverso l'account Twitter di sua moglie Carolina. Apostrofando come "Crisantemo" l'allenatore bergamasco. Dopo aver lasciato la barca che affonda, un bel tacer non fu mai scritto parte seconda. Anche perché Donadoni, fino a prova contraria, è nelle stesse condizioni di Cassano. E la dignità ci sarebbe comunque, pure dopo trentotto sconfitte nell'arco di un campionato.