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Cellino e il trentasettesimo esonero. Probabilmente il peggiore

Cellino e il trentasettesimo esonero. Probabilmente il peggioreTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 8 aprile 2014, 07:152014
di Andrea Losapio

Massimo Cellino ha vinto il suo appello, la sua battaglia. Ma, forse, ha perso la faccia di fronte a quei tifosi che, nei suoi ventidue anni di presidenza, hanno sempre considerato il patron del Cagliari un valore aggiunto, nonostante i propri modi esuberanti. Sempre sopra le righe, negli anni ottanta sarebbe stato etichettato come vulcanico, come i tanti patron che hanno dato un pizzico di pepe alla nostra Serie A.
Ecco, Massimo Cellino avrà il suo Leeds, ma probabilmente ha perso il suo Cagliari. Perché l'esonero di Diego Lopez, a sei giornate dal termine e con sette punti di vantaggio sul terzultimo posto - quasi impossibile andare in B - è una di quelle mosse che obiettivamente si faticano a capire.

Il ritorno di Ivo Pulga, che di nome era l'allenatore responsabile ma di fatto è sempre stato subordinato all'uruguagio. La cosa che però fa specie è il timing della decisione del numero uno isolano: la sconfitta contro la Roma, viziata da una mancata espulsione (sacrosanta) di Mattia Destro e dal fatto che i giallorossi siano decisamente più forti, al momento, dei sardi, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. A Sassuolo sarà decisivo, ma è stato davvero intelligente creare un terremoto dopo una partita che, obiettivamente, si poteva perdere? "Lopez mi ha costretto", ha detto Cellino, ma 37 allenatori in 22 stagioni forse sono un pochino troppi. Soprattutto considerando che le retrocessioni sono solamente due e gli anni in B cinque. Forse avrà ragione lui, ma questo non è certo il modo per salutare la baracca che, probabilmente, dall'anno prossimo, avrà qualche problemino in più.