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Chievo, spazio al progetto Corini. Con sei mesi di ritardo

Chievo, spazio al progetto Corini. Con sei mesi di ritardoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
giovedì 14 novembre 2013, 07:002013
di Raimondo De Magistris

Questione di cuore e di motivazioni. E' andata in scena nella giornata di ieri la presentazione di Eugenio Corini come nuovo allenatore del Chievo Verona. La terza avventura del Genio nel club gialloblù, la seconda da tecnico dopo la cavalcata della scorsa stagione. Un anno fa si presentò dopo sei giornate, subentrò a Di Carlo che aveva collezionato cinque sconfitte dopo la vittoria all'esordio col Bologna e diede il via alla sua avventura con il successo casalingo contro la Sampdoria.
Ora, invece, il compito appare più arduo. Perché Corini è stato chiamato a salvare il Chievo dopo il doppio delle giornate di campionato e con un distacco dalla zona salvezza già importante: quattro punti. Inoltre - altro aspetto da non sottovalutare - l'esordio sarà di quelli caldissimi: derby contro l'Hellas.

"Sono quelle casualità che difficilmente riesci a spiegarti", ha detto Corini in conferenza stampa riferendosi alla sfida che andrà in scena tra nove giorni. Tanti i temi analizzati nel botta e risposta coi giornalisti, dall'aspetto tattico (la difesa a quattro l'unica certezza) alla scoperta di giovani capaci di fare la differenza esattamente come hanno fatto Cofie e Stoian nello scorso campionato, passando per big come Rigoni e Thereau che devono ritrovare la giuste motivazioni. Tutti, tranne uno: perché l'addio lo scorso giugno? "Non c'era la giusta sintonia", s'è limitato a dire il tecnico ben consapevole che in quel caso le colpe erano altrove.

Sono serviti sei mesi, infatti, alla società per capire che quello era il progetto giusto. Lo scorso giugno Campedelli e Sartori non proposero più di un anno di contratto all'allenatore bresciano. Ora - con una situazione di classifica decisamente ingarbugliata - spazio a un biennale con opzione per il terzo anno, come precisato dal presidente Luca Campedelli che in apertura di conferenza stampa ha ammesso le sue colpe: "Non ci aveva tradito nemmeno a giugno, allora chi era mancato era il sottoscritto. Mi assumo tutte le responsabilità". Un mea culpa sincero e onesto: basterà per la salvezza?