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Colantuono-Atalanta, pregi e difetti di un esonero (non) annunciato

Colantuono-Atalanta, pregi e difetti di un esonero (non) annunciatoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/ Image Sport
giovedì 5 marzo 2015, 12:302015
di Andrea Losapio

A Bergamo si respira aria nuova. Ed è una stranezza, perché Stefano Colantuono era il Ferguson della Serie A, con cinque anni sulla stessa panchina - quasi completi - già occupata per due stagioni qualche tempo prima. Fra alti e bassi, come un rischio esonero al primo autunno, dopo uno 0-2 casalingo con il Livorno, oppure il caso calcioscommesse che ha rinsaldato la sua panchina, scricchiolante da possibili avventi di Luigi Delneri o Delio Rossi. In quasi cinque anni l'Atalanta ha superato due penalizzazioni - meno sei e meno due - qualche grosso imbarazzo a livello etico (caso Masiello in ultima analisi, ma pure l'arresto di Doni), senza retrocedere mai. Come tutti questo è un esonero con pregi e difetti.

Perché sì, è giusto esonerarlo - Quest'anno l'Atalanta ha mostrato un gioco povero. Spesso, quando ha fatto vedere le miglior cose, alla fine è arrivata una sconfitta. È capitato contro la Fiorentina all'andata, per un tempo contro l'Inter al ritorno, nelle riprese contro Cesena e Palermo. Proprio contro i romagnoli si era sparsa la voce che un Antonio Percassi furibondo dopo lo 0-2 (in parte rintuzzato dalla splendida girata di Benalouane a fine primo tempo, 1-2) fosse andato a esonerare per direttissima il tecnico a fine primo tempo. I diretti interessati hanno smentito con vigore, forti anche della vittoria successiva, per 3-2. Altra voce circolata quella di un litigio con Giuseppe Biava, il decano della formazione nerazzurra: incredibile la differenza nel comportamento della retroguardia quando c'è lui oppure quando non è presente, con le reti avversarie che si raddoppiano, di media. Bufala anche questa. La realtà però rappresenta una squadra con la coperta corta, che quando non subisce gol non segna nemmeno, mentre quando va in rete vede gli avversari dilagare o sovvertire il risultato. Tanti i moduli utilizzati, Zappacosta prima considerato sempre come terzino, sbugiardando un suo possibile utilizzo come ala, e poi spostato più avanti (con risultati buoni). Gomez, arrivato a corto di preparazione causa scoppio della guerra in Ucraina, è rimasto in un angolo fino a febbraio, Denis non ha mai recuperato la forma fisica dopo aver iniziato in ritardo ad allenarsi con i compagni in estate. Doveva essere l'anno del salto di qualità, ma rispetto all'anno scorso non è arrivato, il rapporto con i senatori era ai minimi termini, però non dall'ultimo periodo.

Perché no, non è giusto esonerarlo - L'Atalanta, pur vivendo una stagione molto complicata, per usare un eufemismo, non è mai stata nelle ultime tre in classifica. E pure ora, con tre punti di vantaggio sul Cagliari, serve più di una partita agli isolani per salvarsi. Virtualmente due, se la gara con il Parma - come sembra - difficilmente verrà giocata, al di là di quanto sostenuto dal sindaco Pizzarotti. Il calendario non è stato clemente, con tante partite fuori casa contro avversari di pari livello, e ultime quattro gare con Fiorentina, Inter, Juventus e Sampdoria, non semplice fare risultato. Quando l'Atalanta cambia allenatore non migliora quasi mai, le ultime quattro volte è retrocessa. Nel momento topico della stagione sono venuti a mancare Biava, Maxi Moralez e Zappacosta, fra i più positivi nel corso dell'annata. Colantuono è poi recordman di panchine in Serie A, ha un contratto rinnovato fino al 2017 - la mossa più astrusa che la società abbia fatto nelle ultime stagioni, ma non è l'unico caso - solamente nella scorsa stagione, alla fine.

La realtà è che l'Atalanta, che ha avuto un'esplosione di costi negli stipendi negli anni di Percassi, non può permettersi di retrocedere. Probabilmente pure con Colantuono non avrebbe avuto di questi problemi, ma la dirigenza ha scelto di dare una scossa. Una cosa è certa: non sarà la stagione ricordata con più affetto dai tifosi atalantini. Che pure due anni fa e nella scorsa annata erano pessimisti, ma Colantuono non ha mai sbagliato gli appuntamenti fondamentali. Durante questo campionato, purtroppo, sì.