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Crisi dei giganti: c'è un Barcellona che retrocede

Crisi dei giganti: c'è un Barcellona che retrocedeTUTTO mercato WEB
Munir El Haddadi
martedì 3 marzo 2015, 07:452015
di Andrea Losapio

Ventisette punti in altrettante partite, un solo punto nelle ultime quattro gare - di cui tre con il nuovo allenatore Jordi Vinyals - e un quartultimo posto che sembra l'inizio di un incubo. È incredibile la classifica del Barcellona B, il massimo prodotto della Masia, sia così deficitaria. E con il nuovo anno la vita è stata inesorabilmente quella vecchia, perché il 2014 si è concluso con 7-0 subito a Valladolid, dando segnali preoccupanti. Ed è impensabile perché trattasi di una delle squadre B più costose al mondo. L'inserimento di Alen Halilovic, costato 18 milioni di euro appena diciottenne, è stato tutt'altro che proficuo. E della meravigliosa squadra che batteva 6-2, l'anno scorso, il Milan Primavera di Filippo Inzaghi è rimasto ben poco. Né i centrocampisti, né gli attaccanti, perché Munir el Haddadi (nuova sensazione durata un paio di settimane al Camp Nou, con altrettante realizzazioni) deve fare l'interno nella mediana a tre pur essendo un centravanti, mentre Dongou sta mostrando un'involuzione preoccupante e Sergi Samper non fa più la differenza, essendo comunque infinitamente più dotato dei suoi avversari. Una squadra estremamente giovane in una Segunda Division che assomiglia tanto a una piccola Liga: tutti i club sono, in realtà, prime squadre, pur con un passato glorioso.

Dal Mallorca al Real Betis, dal Saragozza all'Osasuna. Al Tenerife, oppure all'Albacete, che proprio vincendo con il Ponferradina sesto in classifica ha scavalcato i blaugrana. Il Barça rischia grosso, Jordi Roura - ex tecnico dei grandi, comunque supervisore del settore giovanile - ha già spiegato che a nessuno verrà offerto una transazione economica in caso di retrocessione nella Tercera. Insomma, una volta ogni tanto anche i ricchi piangono: e chissà che qualcosa, nella mente di questi giovinotti, non sia scattato con il blocco del mercato fino al 2016. Qualcuno, l'anno prossimo, sarà in prima squadra, magari a lasciare a bocca spalancata il mondo. Invece nella Segunda Division non riesce a esprimersi: colpa, forse, pure del tecnico. O di un sistema che, con i giovani, fa crescere - e perdere - chi arriva a giocare con Messi.