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Dall'Europa all'ultimo posto. Ma la colpa non è solo di Donadoni

Dall'Europa all'ultimo posto. Ma la colpa non è solo di DonadoniTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 30 ottobre 2014, 15:542014
di Andrea Losapio

Tiro di Darmian, pasticcio di Mirante - ancora una volta decisivo, come contro l'Atalanta, in negativo - e ottava sconfitta servita su un piatto d'argento. Aggiungendo che poi ci sarà l'Inter in casa e la Juventus in trasferta, il Parma rischia di raggiungere la pausa di novembre con uno score da incubo: dieci sconfitte e una vittoria, soli tre punti in classifica e la sensazione di una salvezza che scivola sempre più lontana. Sono distanti i tempi in cui Paletta e Cassani blindavano la difesa, Palladino qualche gol lo segnava, Biabiany sfrecciava con insolenza sulla destra. L'attualità parla di un undici che più brutto è difficile da immaginare, sebbene con il Torino qualche cosa si sia vista (soprattutto dall'ingresso di Coda in poi). Belfodil come al solito ectoplasmatico, una rosa che assomiglia più a un campo di battaglia che non a un organico per raggiungere la salvezza.
Facile, facilissimo addossare le colpe a Roberto Donadoni. Qualche piccolo problema ce l'ha anche lui, perché se perdi in casa del Cesena, alla prima di campionato e con la rosa quasi al completo, non puoi essere esente da mini processi. Però le sconfitte, Sassuolo a parte, arrivano da errori individuali al limite del grottesco.

Poi, certo, si può sindacare sul fatto che si possano fare altre scelte: peccato che non sia vero, perché scorrendo la lista dei calciatori a disposizione si vedono più primavera che non giocatori fatti e finiti. La colpa, di tutto questo, è della società. Ferma, immobile sul mercato, anzi assente. Ghirardi dopo l'esclusione dall'Europa - tecnicamente sacrosanta, sebbene esagerata perché per altri problemi ben più gravi ci sono solo ammende come per City e PSG - ha deciso di abbandonare la nave in pieno stile Schettino. Ora è tornato a bordo, per salvare il salvabile: ci sarà bisogno pure di lui, a gennaio, e dei suoi capitali. Della sua voglia di far bene, come ha fatto finora, primo anno a parte. Poi di un attaccante, ma senza società questo Parma è destinato ad affondare.