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De Rossi, i bei tempi sono finiti. Ma le critiche superano il limite

De Rossi, i bei tempi sono finiti. Ma le critiche superano il limiteTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
domenica 15 marzo 2015, 08:302015
di Marco Conterio

Scrivere di Daniele De Rossi, adesso, è roba da rimboccarsi le maniche col sorriso, la punta del dito sull'occhiale ed il sopracciglio alzato, per la tastiera velenosa. Per chi non aspetta altro che l'inciampo, per additare, per chi non vede l'ora che Golia crolli, per sentirsi inopinatamente Davide. Per questo queste righe saranno forse antistoriche e non alla moda del tiro al piccione, o al fu campione. Daniele De Rossi adesso non vale certo l'appellativo di centrocampista più pagato al mondo. E' capitano di un futuro che non ci sarà mai, per lui, con quella fascia, stante almeno la situazione attuale. Definirlo prigioniero del suo stipendio suonerebbe come un insulto ma dentro la metafora è questo che è. Strozzato da canoni ora non più suoi, e per questo chi un tempo l'ha adorato ed osannato, adesso lo considera primo tassello da estirpare nel mosaico zoppicante di Garcia. E' questo, che distona, in Italia. La gratitudine è cosa sconosciuta ed in fondo DDR, che d'occasioni ne ha avute molte, ha sempre preferito il cuore. Anche quando le gambe frullavano e trottavano. Ha sempre scelto Roma, come Roma ha scelto lui. E se parte del cuore giallorosso che per lui palpita sempre, emana oramai timidi battiti, l'altro ventricolo l'addita e lo fischia.

Gli chiede d'andarsene, di non giocare. Leggere e sentire, per credere, "vattene" è l'invito più carino, senza voler osare destinazioni osè in queste righe. Ecco. De Rossi, forse, dovrebbe prender coscienza della situazione e presentarsi con un microfono acceso ammettendo che non è più quello d'un tempo e che il periodo duro è iniziato. Perché il cuore c'è, son le gambe che mancano. Ed è la testa che deve comprenderlo, solo lei, quella che a volte è mancata ad un centrocampista al quale tecnicamente e tatticamente è difettato davvero poco. Sia De Rossi a fare un passo indietro, dica lui che Capitan Futuro è appellativo non più per lui e che quei soldi adesso non li merita. L'addio in estate potrà essere più dolce anche se è difficile immaginarsi uno scenario del genere. Ma gridare ad una bandiera di ammainarsi, d'impacchettarsi e di spedirsi via è brutto. Anche se vive il più scolorito dei momenti.