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Destro, Suso e company. Il problema del Milan non è l'attacco

Destro, Suso e company. Il problema del Milan non è l'attaccoTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 26 marzo 2015, 07:152015
di Andrea Losapio

Incontro tra il Milan e l'agente di Ciro Immobile. Non sarebbe del tutto normale, soprattutto considerando che i rossoneri dovrebbero riscattare Mattia Destro. Probabilmente non lo faranno, perché i sedici milioni di euro accordati con la Roma sono troppi per le casse dei meneghini. Che proveranno a trattare al ribasso per portarsi a casa il centravanti. A meno che non ci sia la scelta, voluta e scientifica, di provare l'ennesimo numero nove diverso per capire se può fare o meno al caso del Diavolo. A parte Destro, c'è un Pazzini che è sempre ai margini. Così come Suso, oppure Cerci, che potrebbe comunque prendersi una rivincita durante l'anno prossimo causa diciotto mesi di prestito. Quanti sono i calciatori che il Milan di fatto non usa, ma che vengono pagati fior di milioni? E quanto dura un attaccante a San Siro senza essere bruciato?
Il Milan ha trentuno giocatori in rosa, per solamente due competizioni.

E la Coppa Italia non è né Europa League né Champions, che portano via molte energie, non solo mentali. Il Milan continua a spendere e spandere per gli attaccanti, dimenticandosi di fatto i centrocampisti - costretti a giocare con Essien, fino alla fine del contratto, oppure Muntari - e puntando su giovani promesse come Baselli. Che può sì diventare un giocatore da Milan, ma solo crescendo in personalità e minutaggio. Al momento non lo è, dovrebbe fare come Gabbiadini e godersi un paio di anni di maturazione in un'altra piazza che non è l'Atalanta del momento attuale. C'è il Sassuolo, chissà che i rossoneri non facciano scelte differenti da quelle (quasi) operate nel mercato di gennaio. Il problema, appunto, non è l'attacco. A meno che il termine di paragone non sia Zlatan Ibrahimovic, ma a quel punto servirebbe solamente lui.