Don't cry for me, Argentina
Anche gli Dei piangono. Pure quelli del pallone, D10S con le scarpette ai piedi, la barba incolta, il sogno d'una vita spezzato. Il più grande di questi tempi, Lionel Messi, ha detto basta. Ad una rincorsa folle e sfrenata. Dove l'ambizione è diventata ossessione. Dove il paragone s'è trasformato in cappio, nodo dal quale non è riuscito a liberarsi. E non lo farà. Perché quel rigore sbagliato è il punto esclamativo sulle miriadi di discussioni di sempre. "E' più grande Lionel Messi o Diego Armando Maradona?". Se la Nazionale conta, e conta, eccome, allora la questione è risolta.
Più che per il non vincere, però, è per l'arrendersi. Lacrime di resa, più che di rabbia, Messi ha detto basta alla Nazionale. Troppo grande il dolore, per essersi forse reso conto che gli incubi di una vita sono più grandi di lui. Maradona, rincorso e mai raggiunto. Superato nella vita d'ogni giorno, ma sempre avanti, nel giorno di una vita. Quello Albiceleste. Quello d'Argentina. Non pianga per lui, quella terra romantica. S'è arreso, come il più umano degli Dei.