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Dybala: "Tevez mi chiamò alla Juve. Idolo Riquelme, chiesi maglia a Buffon"

Dybala: "Tevez mi chiamò alla Juve. Idolo Riquelme, chiesi maglia a Buffon"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
giovedì 13 aprile 2017, 23:412017
di Ivan Cardia

Lunga intervista ad Olè, nel giorno del rinnovo del suo contratto con la Juventus. Paulo Dybala si è raccontato al popolare quotidiano argentino. Ecco quanto evidenziato da tuttojuve.com: "Tevez per me è un idolo. Mi chiamò dicendo che sapeva che la Juve mi stava per comprare e che lui mi voleva. La prima cosa che gli dissi fu: 'Carlos, ma tu rimani?'. Perché si diceva che io avrei dovuto colmare il vuoto che avrebbe lasciato lui. Io desideravo giocare con lui. Carlitos mi disse che non sapeva cosa sarebbe successo a lui. Così io scelsi lo stesso di andare alla Juventus. Alla fine ciò che si diceva era vero: avrei dovuto prendere il suo posto, mentre lui andò al Boca.

In Argentina giocavo da ala sinistra, come fa Di Maria. Poi ho spostato il mio raggio d'azione sulla trequarti. Ma nell'Instituto ho anche giocato da falso nueve. Mi sono trovato benissimo anche in quella posizione, anche se adesso alla Juve gioco dietro la punta. Il mio idolo rimane un trequartista, anzi il trequartista: Juan Roman Riquelme. Quando ero bambino lo guardavo in televisione e mi piaceva moltissimo. Però non l'ho mai visto dal vivo e non l'ho mai potuto conoscere. Mi piacerebbe incontrarlo.

A Torino ci si può rilassare e vivere con calma. I tifosi ti chiedono foto, però cercano di disturbarti il meno possibile. Se vedono che stai cenando, ad esempio, evitano, mentre al Sud la gente è più appassionata, come in Argentina. Un giorno dopo aver firmato con la Juve, tornai a Palermo perché mi mancavano i miei amici. Andammo in spiaggia e quando stavo per uscire dal mare, ho visto che tantissima gente mi stava aspettando a riva. Me ne sono dovuto andare.

Un altro mio sogno era scambiare la maglietta con Buffon. La prima volta che lo affrontai, mi avvicinai a lui, però poi mi frenai: 'Che faccio? Gliela chiedo o no?'. La seconda volta che lo affrontai ho fatto la stessa cosa (ride, ndr), mentre la terza mi sono deciso. 'Ce la scambiamo?', gli chiesi. Lui disse di sì. Fu indimenticabile. Un'altra maglia che volevo avere era quella di Pirlo. Quando gliela chiesi però, mi rispose che già l'aveva promessa a un altro mio compagno. Questo mio compagno, tuttavia, vide che io ci tenevo così tanto e me la diede. Oggi quella maglia è incorniciata e appesa a casa mia. Adesso ho io la sua 21, anche se avrei voluto la 9, ma quella era di Morata".