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Enzo Bucchioni: "La Fiorentina é evaporata, Montella non riesce a scuoterla"

Enzo Bucchioni: "La Fiorentina é evaporata, Montella non riesce a scuoterla"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
domenica 12 aprile 2015, 21:162015
di Redazione TMW
fonte Enzo Bucchioni

Si potrebbe anche fare dell'ironia, ma non è il momento giusto. Quando in sei giorni butti a mare prima la coppa Italia e poi la Champions League, con due sconfitte ugualmente devastanti nel risultato e nel gioco, serve solo stare uniti, riflettere, intervenire e cercare di ripartire per centrare almeno l'Europa League, l'ultimo degli obiettivi rimasti.

Non è facile, ma nessuno dall'allenatore ai giocatori, può permettersi di andare oltre, di sbagliare ancora. Firenze e i fiorentini meritano una reazione forte e immediata e questo gruppo ha tutte le qualità, almeno speriamo, per tirarsi fuori e regalare ancora soddisfazioni.

Lo chiede a gran voce, anzi lo pretende, anche il patron Andrea Della Valle molto deluso, che mai come quest'anno era stato vicino e aveva concesso tutto all'allenatore e alla squadra convinto di avere finalmente portato al giusto grado di maturazione una squadra importante. Sarebbe il più grande degli errori annientare il suo straordinario entusiasmo.

Ma cosa è successo nei sei giorni più neri della gestione Montella noi non lo sappiamo capire fino in fondo anche se cercheremo di dare delle risposte ai troppi imbarazzanti interrogativi che girano nella testa di tutti.

Come è possibile passare in poche ore da una squadra brillante, piena di punti fermi e personalità, a suo agio anche nell'acquitrino contro una Sampdoria molto concreta, a una Fiorentina di fantasmi inebetiti, senza grinta, incapaci di muoversi e di giocare come quella vista con la Juve e il Napoli?

La risposta dovrebbe darla Montella, in certi casi chi guida un gruppo dovrebbe sapere vizi e virtù, qualità e limiti dei suoi uomini. E dovrebbe saper trovare le parole giuste per rimotivare dei giocatori spenti e i correttivi adatti per far ripartire la voglia di giocare e di vincere.

Non osiamo neppure pensare che la Fiorentina sia soltanto uno di quei ciclisti che scattano avanti a tutti e poi si piantano nell'ultima salita prima del traguardo. Abbiamo negli occhi il buon Dorando Pietri che per crolli del genere nello sport va sempre bene, ma cerchiamo di pensare ad altro.

Certo, di errori ne sono stati commessi tanti. Quando nel calcio succedono queste cose le cause sono sempre molteplici e quindi più difficili da individuare e risolvere.

Il crollo della Fiorentina è verticale, tocca la condizione atletica e quella mentale, ma sono venuti ancora una volta a galla dei limiti tattici, questo mix è devastante.

Se tutto dovesse dipendere da un blocco mentale, se la Fiorentina dovesse aver esaurito la sua spinta emozionale, la sua carica, nel mese di ferro che ha portato all'eliminazione del Tottenham e della Roma, alla vittoria dello Stadium e alla rimonta in campionato, sarebbe una anomalia assoluta. Quei successi dovevano aver fatto salire alle stelle l'autostima di tutto il gruppo.

La condizione fisica è crollata. E' la testa che non è più collegata ai muscoli o la preparazione (molto pallone, il resto poco) mostra dei limiti e va ripensata?

C'è poi l'aspetto tattico, lo spartito che un'orchestra di giocatori deve suonare. Con la Juve il disastro c'è stato e lo abbiamo sottolineato senza infierire perché, sinceramente, pensavamo a una serataccia di tutti, anche dell'allenatore. Può succedere. Il trend negativo si è però allungato a ieri.

Montella forse ha sottovalutato l'impatto negativo che ha creato nel gruppo la bruttissima sconfitta contro la Juve dopo la vittoria dell'andata. Soprattutto la Juve è la squadra con la quale non dovresti mai perdere e l'umore della città forse ha inciso sui giocatori. L'allenatore qui ha mostrato i suoi limiti, sta crescendo anche lui, è giovane, e certe situazioni fatica a gestirle. Sicuramente non è un gran motivatore né in campo, ma neppure fuori: il carattere si vede nei momenti difficili. E questa squadra un grande carattere l'ha avuto soltanto in rare occasioni. E in certe situazioni di poca serenità è ancora più facile sbagliare. La formazione messa in campo a Napoli non ci ha convinto, all'errore con la Juve segue quello di oggi. Forse sono consequenziali.

Contro la Juve dal centrocampo muscolare serviva opporre resistenza e corsa e Montella ha messo sei giocatori leggeri, con caratteristiche offensive. Contro il Napoli molto tecnico serviva tenere palla, giocare a centrocampo e invece ecco due come Badelj e Kurtic con il solo Borja a inventare gioco. Poi non abbiamo capito il tridente con Salah. L'egiziano è un contropiedista, ha bisogno di spazio o di una prima punta che lo spazio glielo crei. Se Montella ha scelto un tridente senza un nove vero, il terzo uomo doveva essere Diamanti, tra l'altro in ottima forma.

E poi ci chiediamo, ma Gilardino non poteva essere una soluzione dopo l'infortunio di Babacar? Sia Diamanti che Gila non possono giocare in Europa League, perché escluderli anche ieri? Non crediamo potessero far peggio di quelli visti in campo. Insomma, il passo indietro è vistoso non soltanto per le sconfitte. Perdere fa parte del gioco, ma quello che è inaccettabile è perdere due partite senza neppure riuscire a tirare una volta nello specchio della porta. Per una squadra d'attacco come la Fiorentina crediamo sia un record negativo sul quale riflettere a lungo.

Detto questo che serve a pensare e reagire (speriamo), a liberarsi della presunzione, senza abbattersi e senza destabilizzare nessuno (le critiche aiutano a crescere, dicono gli umili) per il Popolo Viola e tutti quelli che vogliono il bene della Fiorentina è ancora di più il momento di stare uniti e vicini alla squadra.

La partita di Kiev non sarà facile, nessuna illusione, ma la vera Viola ha l'occasione per dimostrare di che pasta è fatta. Un risultato positivo darebbe nuova linfa e riaprirebbe le porte di una stagione che ha già riservato soddisfazioni e altre ancora più grandi può darne.

Questo è il momento degli uomini veri e delle idee chiare. Con una convinzione: quello che è successo in questi sei giorni dovrà servire a fine stagione per una analisi profonda e seria sul futuro. Per una squadra che vuole vincere, certe cadute di schianto ripetute non possono essere più consentite, né tollerate. Per crescere stabilmente sarà utile a tutti capire i perché di questa crisi inattesa e per questo ancor più sorprendente.