Caira: "Sto con Tavecchio, vi racconto la sua Africa"

Si conoscono da vent'anni. Stefano Caira, ex dirigente della Figc e oggi direttore generale della Lupa Roma, parla a TuttoMercatoWeb.com di Carlo Tavecchio, candidato presidente della FIGC che dopo le dichiarazioni di qualche giorno fa sugli extracomunitari fa ha fatto storcere il naso a più di qualcuno. Caira sceglie i nostri microfoni per raccontare Tavecchio. E c'è anche un retroscena, legato proprio agli extracomunitari. "Le parole di Tavecchio - dice l'ex dirigente della Federazione - vanno lette nel contesto in cui sono state dette. Da noi si strumentalizza sempre tutto, in un momento di campagna elettorale una battuta, che è stata veramente una battuta, viene presa come chissà quale segnale di razzismo. Tavecchio ha fatto un esempio per dire che in Inghilterra i calciatori professionisti extracomunitari che arrivano hanno già un certo pedigree, invece da noi arrivano tutti".

Dunque lei sta con Tavecchio...
"Sì, certo. Poi lo conosco personalmente. E a proposito di razzismo...".

Prego.
"Secondo me ha fatto questa battuta perché si sente vicino al popolo africano, è come se avesse parlato di un figlio".

In che senso?
"Tavecchio ogni anno va in Africa, porta indumenti, materiali di prima necessità. Ha fatto costruire due ospedali. Ci conosciamo da vent'anni, so che persona è. Lo conosco da quando era presidente del comitato regionale della Lombardia".

Perché Tavecchio dovrebbe diventare il presidente della FIGC?
"La crescita della Lega Dilettanti negli ultimi dieci-quindici anni è stata esponenziale sotto tutti gli aspetti. Sia come importanza dei campionati, sia come organizzazione, movimento e marketing. Oggi la Lega Dilettanti ha un campionato di vertice che è molto organizzato".