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Caso Rossi e calciatori non convocati ai ritiri: parlano gli esperti

ESCLUSIVA TMW - Caso Rossi e calciatori non convocati ai ritiri: parlano gli esperti
sabato 12 luglio 2014, 18:262014
di Alessio Alaimo

Massimo Ferrero, nuovo presidente della Sampdoria, nei giorni scorsi ha lanciato una provocazione: Delio Rossi allenatore dei calciatori non convocati per il ritiro blucerchiato. Una reazione che ha fatto subito prendere posizione all'Associazione Italiana Allenatori: Delio Rossi non può allenare gli esodati. E intanto in serie A tanti calciatori non sono stati convocati per i ritiri. Come devono comportarsi? Come sono tutelati? TuttoMercatoWeb.com ha interpellato due massimi esperti: l'avvocato Pierfilippo Capello - figlio dell'allenatore Fabio - e l'avvocato Cesare Di Cintio, consulente del Novara e di altri club.

Delio Rossi allenatore degli esodati della Samp, come la vedete?

Pierfilippo Capello: "Non gli può essere imposto, perché nel contratto degli allenatori c'è scritto che vengono assunti per allenare la prima squadra. Non gli si può certo fare allenare la Primavera o altre categorie. Se non si è degli sprovveduti si indica che un allenatore viene assunto come guida per la prima squadra".

Cesare Di Cintio: "È contrario alla norma. Poi un accordo tra le parti supera tutto".

In serie A tanti calciatori non convocati per i ritiri: come comportarsi?
Pierfilippo Capello:"Le società hanno l'onere di dare a tutti i calciatori sotto contratto le stesse opportunità di allenamento e preparazione. Non si può decidere di non convocare un giocatore. Ma un club può dare ad un calciatore che ne faccia richiesta il permesso di non andare in ritiro. Tuttavia da regolamento quando inizia un ritiro i calciatori professionisti hanno il diritto di presenziare ed allenarsi. Non si può dire «È inutile che vieni perché tanto non giochi»".

Cesare Di Cintio: "Un calciatore ha diritto a prendere parte agli allenamenti con la squadra. La norma parla chiaro. Per escludere un giocatore da un ritiro devono esserci motivi precisi ed è necessario passare dal Collegio Arbitrale".

Quindi chi viene escluso senza un particolare motivo se vuole può andare in ritiro...

Pierfilippo Capello: "Se un giocatore decide di voler andare in ritiro perché ha un contratto da professionista la società non può dire di no, ma deve aggregarlo alla prima squadra e deve farlo allenare come gli altri. Non si può fare allenare da solo o con un preparatore o un allenatore apposta per lui, a meno che non ci siano delle patologie o dei motivi disciplinari che devono passare da un regolamento ben preciso".

Cesare Di Cintio: "Sì, perché è un suo diritto. Chi rimane a casa può far valere i propri diritti. I calciatori possono non rientrare nei programmi, ma la società deve portarli in ritiro e farli allenare. Io assisto tante società: al mio presidente consiglierei di portare i calciatori in ritiro".

L'allenamento con la Primavera può essere una soluzione?

Pierfilippo Capello: "No. Questo no. Da regolamento non può essere detto né «vai con la Primavera» e neppure «allenati da solo»".

Cesare Di Cintio: "Assolutamente no, è contrario alla norma".

Si può trovare una soluzione alternativa come per esempio, dietro accordo tra le parti, di fare allenare un gruppo di calciatori che non rientrano nei programmi in un posto diverso con un allenatore professionista e dotato di patentino?

Pierfilippo Capello:"Esempio: se sono tesserato della Sampdoria o del Milan non posso andare ad allenarmi con il Lecce. Si può però trovare un accordo: se una società ha in rosa tanti giocatori può dividerli in gruppi. Ma tutti i gruppi devono avere un allenatore professionista e un preparatore dedicato. Altrimenti il comportamento non è corretto. La società di turno dovrebbe dare una motivazione spiegando il motivo per cui un calciatore non va in ritiro o perché va a farlo da un'altra parte, non può bastare che l'allenatore non lo vuole. Poi, per quieto vivere, si può trovare un accordo per fare allenare i calciatori in un altro posto ma con un allenatore professionista e un preparatore. In questo caso prevarrebbe il buon senso. Sicuramente un calciatore non può e non deve allenarsi da solo. E un giocatore può comunque decidere di andare in ritiro quando vuole inviando una comunicazione, perché è un suo diritto".

Cesare Di Cintio: "Questo modo espone la società a possibili azioni legali da parte dei giocatori. La società decide se correre o meno il rischio. Ma se le società vogliono correre questo rischio possono trovare un accordo con i calciatori e stabilire anche questa cosa. Se un calciatore si accorda con la società ci può stare. E se non convochi un giocatore in ritiro questo può avvenire se lo stesso calciatore ha chiesto il permesso per non andare. E comunque ci deve essere una prova scritta di questo".

© Riproduzione riservata
Avv. Pierfilippo CAPELLO - MEDIA E CALCIOMERCATO 2012 - TUTTOMERCATOWEB - 4,5 Luglio 2012 - Castiglioncello (LI) Villa Celestina © foto di Federico De Luca
Cesare Di Cintio - TOP 11 TMW - 04.7.2014 - Castiglioncello (LI) © foto di Federico De Luca