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esclusiva

Iachini: "Udinese, serviva più tempo. E ora mi aggiorno..."

ESCLUSIVA TMW - Iachini: "Udinese, serviva più tempo. E ora mi aggiorno..."
venerdì 14 ottobre 2016, 20:302016
di Alessio Alaimo

Esonero inaspettato, perché se a mandare via l'allenatore è l'Udinese fa notizia. Se ad essere esonerato è uno come Beppe Iachini, che per far rendere al meglio le proprie squadre ha bisogno del giusto tempo fa ancora più notizia. Se poi si aggiunge la vittoria contro il Milan e una buona prestazione contro la Fiorentina, allora l'allontanamento ha un sapore più strano. "Dispiace per l'esonero, perché mi ero trovato bene con tutti", dice Iachini che parla per la prima volta dopo l'addio all'Udinese e lo fa in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com. Con il gruppo si era creato un bel rapporto, mi dispiace anche perché stavamo lavorando da tre-quattro settimane su un nuovo modulo che andava perfezionato. Avevamo vinto con l'Empoli e il Milan, ma nell'ultimo mese ci sono mancati giocatori importanti che per caratteristiche erano molto utili alla squadra. Ma attenzione...".

Prego.
"Non sto dicendo che quelli che hanno giocato non erano all'altezza, ma perché ovviamente essendo giovani e dovendosi abituare a determinati concetti magari gli serviva un po' di tempo. Abbiamo perso qualche punto, contro la Lazio non abbiamo fatto una bella partita. Ma andando a perfezionare determinate cose e lavorando con tranquillità avremmo potuto fare un buon campionato".

Come si è lasciato?
"Dico la verità: con la squadra, con lo staff, c'è stato un ottimo rapporto. Le parole di Danilo e Zapata nei miei confronti mi hanno fatto piacere, il percorso di lavoro era ben impostato. Ma a volte i risultati possono condizionre tanto. Stavamo portando i nuovi concetti da qualche settimana"

Insomma, aveva bisogno di tempo.
"Certo. In ritiro eravamo partiti con l'idea di giocare con il 3-5-2, poi abbiamo cambiato modulo perché sono arrivati giocatori nuovi. Serviva un po' di tempo".

Di Natale ha detto che continuando così gli allenatori preferiranno andare da Zamparini piuttosto che all'Udinese...
"(ride, ndr). Nel calcio nessuno ha la bacchetta magica, ci vogliono lavoro e pazienza. A volte i giocatori ti arrivano all'ultimo giorno di mercato, ci vuole tempo per lavorare e dare un'identità alla squadra. Noi, ovunque siamo stati, quando ci sono stati i presupposti abbiamo ottenuto i risultati richiesti. Ma non parlo solo di me e del mio staff, in generale è un discorso che faccio per tutti i colleghi: bisogna avere tempo".

E adesso, mister?
"Continuo ad aggiornarmi. Ero convinto di poter fare bene con il gruppo a mia disposizione, adesso andrò in giro a vedere un po' di colleghi, in Italia e in Europa più generale".

Serie A: chi l'ha impressionata?
"Sta facendo bene il Chievo, ma non mi sta impressionando perché semplicemente sta dando continuità ad un lavoro intrapreso qualche anno fa. Maran è lì da tre anni, sta lavorando molto bene".

Con lei è cresciuto a Palermo, ora è diventato grande: Andrea Belotti. Lasciò la sua squadra per ragioni economiche o tecniche?
"Ha giocato con me in Serie B al Palermo, l'anno dopo ha fatto bene e poi è stato venduto per ragioni di cassa: era un'operazione da fare a livello economico, doveva arrivare un altro attaccante ed è stato preso Gilardino. La cosa è finita lì".

Insomma, non è stata colpa sua se Belotti ha lasciato il Palermo...
"Anche questa? (sorride, ndr). Con me ha giocato in serie B e in serie A facendo bene. Quando fai una promozione con un ragazzo che ti fa dieci gol hai poco da dire...".

Zamparini ha parlato di relazioni in cui Belotti veniva definito scarso tecnicamente. Non erano sue quelle relazioni, immagino.
"Sicuramente no".

L'Italia di Ventura: in attacco giovani di talento, le premesse sono buone. Ma che partenza stentata...
"Ecco, anche Ventura non ha la bacchetta magica. Mica può trovare la chiave giusta in così poco tempo. Serve pazienza, va fatto lavorare. Parliamo di un tecnico molto preparato. Si sta portando avanti un percorso con tanti giovani. Belotti, Immobile, Pellè, Eder e Gabbiadini sono tutti attaccanti forti. L'Italia è in buone mani".

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