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esclusiva

Karel Zeman e il miracolo Qormi: "Qui non sono il figlio di"

ESCLUSIVA TMW - Karel Zeman e il miracolo Qormi: "Qui non sono il figlio di"TUTTO mercato WEB
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com
martedì 15 aprile 2014, 14:572014
di Marco Conterio

Buon sangue non mente. Anche a latitudini diverse. Basta il cognome per spiegare chi sia Karel Zeman. Guida il Qormi, a Malta, da febbraio e per Tuttomercatoweb.com racconta la sua avventura che, nelle ultime partite, ha regalato sei vittorie su sette.
Qormi. Già è difficile da scrivere, figuriamoci da pronunciare.
"Si dice 'ormi', la q non si legge".
Ma com'è nata l'idea?
"Un mio amico direttore, Domenico Roma, era venuto a conoscenza della difficile situazione del club. Si è fatto avanti e così è nata l'ipotesi".
L'inizio fu shock, però.
"All'inizio sono state allontanati dei giocatori, il monte ingaggi è stato abbattuto. Eravamo in nove più ragazzini aggregati. A Malta, fino a metà del campionato, c'è la fase in cui si decidono play-off e play-out. Una volta sfumati i play-off, si è cercato di risparmiare, era in preventivo".
Poi, il risultato incredibile.
"Dall'inizio dei play-out abbiamo inanellato una vittoria dietro l'altra, anche con cinque gol a partita. Nei play-out solitamente c'è equilibrio ma abbiamo fatto 3-0, 5-1, 5-1: qui non era mai accaduto".".
Che calcio c'è a Malta?
"C'è la possibilità di fare la differenza, con nozioni tattiche.

Per me che, sotto questo punto di vista, anche in Italia sono avvantaggiato, qui c'è un abisso. Ah, però: sono un allenatore normale eh, non un mago".
Però il suo Qormi è cambiato un bel po' con lei.
"Il Qormi non aveva mai fatto due-tre passaggi di fila. Adesso giochiamo a memoria, c'è stato un grande passo avanti, inimmaginabile".
Il contratto però scade in estate.
"Sì, è in scadenza. Abbiamo le ultime due partite ma al 99% siamo già salvi, è come se avvessimo già terminato la stagione con sei vittorie nelle ultime sette partite".
Parliamo del suo futuro?
"A Malta ci sono elementi positivi e negativi, come dovunque. Per un italiano, trovare squadra in Italia sarebbe il massimo, altrimenti spero di poter allenare ancora qui, in una squadra che possa lottare per il vertice".
Figlio di Zeman. Quante volte si sarà sentito chiamare così?
"Credevo fosse un vantaggio, inizialmente. Al di là di quel che si può dire, all'interno delle segrete stanze del calcio, Zeman è visto come un punto di riferimento. Il suo calcio si studia, è ancora all'avanguardia, dopo quarant'anni. Io da lui ho imparato tanto, pensavo potesse arrivare una chiamata perché gli somiglio come idee e filosofia ma dopo tanto tempo, qui a Malta, dove non vengo considerato 'figlio di Zeman', devo dire che è quasi un vantaggio"
Un vantaggio sarà stato trarre anche insegnamenti tattici importanti da suo padre.
"Per 25 anni sono stato in campo con lui, ascoltandolo, studiandolo: è stato un vantaggio, ma nella valutazione da parte degli altri mi si chiedeva qualcosa di troppo, cose che un allenatore da solo non è in grado di fare. Ed alla prima sconfitta venivo allontanato, perché visto solo come 'figlio di'...".

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