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Schick-boom, il suo ex allenatore: "Sì, ricorda Van Basten"

ESCLUSIVA TMW - Schick-boom, il suo ex allenatore: "Sì, ricorda Van Basten"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 21 febbraio 2017, 07:002017
di Gaetano Mocciaro

Patrik Schick è una delle sorprese di questo campionato di Serie A. Arrivato come una scommessa a Genova, partito come quarta punta nelle gerarchie di Giampaolo, il ventenne ceco ha dimostrato le sue qualità da realizzatore. Già scalzato da tempo Budimir, Schik ha già reso le posizioni di Muriel e Quagliarella non più inamovibili: 6 gol in 19 gettoni di presenza, per lo più spezzoni di gara. E una media di una rete ogni 108 minuti. Eppure non mancava lo scetticismo a inizio stagione. Chi non lo è mai stato è Roman Pivarnik, allenatore che lo ha fatto esordire tra i professionisti al Bohemians di Praga. Intervistato da Tuttomercatoweb ci ha raccontato proprio degli esordi di Patrik Schick:

Roman Pivarnik, in Serie A tutti sono sorpresi dell'esplosione di Patrik Schick alla Sampdoria. Sono già 6 I gol realizzati in Serie A e il record di reti col Bohemians (7 reti) può essere battuto. Si aspettava una crescita così veloce?
“Sono certo che batterà il record al Bohemians. Benché la nostra fosse una squadra che tentava di proporre un calcio offensivo era invischiata nella lotta per non retrocedere. Nonostante fosse il suo primo anno da titolare in un campionato e nonostante I problemi della squadra fece molto bene, dandoci una grande mano”.

Dei 6 gol realizzati ben 5 sono arrivati con Schick entrato a partita in corso. Succedeva anche in Repubblica Ceca? E perché secondo Lei questo avviene?
“Non è facile entrare e segnare così regolarmente, perché devi entrare in partita e comunque hai pochi minuti a disposizione. Succedeva ogni tanto anche al Bohemians, ed evidentemente è un giocatore in grado di fare la differenza subito. E le sue qualità sono letali approfittando della stanchezza degli avversari”.
 
Il tecnico Marco Giampaolo ha detto, scherzando, che non lo fa giocare titolare altrimenti qualche big lo porterà via
“Il salto dal Bohemians alla Sampdoria è stato già molto grande. E sono felice che si sia integrato subito e stia facendo bene. Credo che se continua a lavorare intensamente diventerà titolare fisso della squadra. Ma deve ancora dimostrarlo”.
 
Qualche giornale ha azzardato il paragone con Marco van Basten. Mentre l'idolo di Schick è Ibrahimovic, che nei primi anni della sua carriera venne accostato proprio all'olandese. Ritiene questo un paragone esagerato?
“A mio avviso Schick è simile a Marco van Basten e lo dico perché ho visto tanto calcio olandese e per come gioca Patrick gli somiglia. Non posso dire lo stesso su Ibrahimovic, perché per me Patrick è un altro tipo di giocatore”.

Che giocatore era Patrik Schick al Bohemians?
“Era arrivato da terzo attaccante, dalle giovanili dello Sparta Praga. Ma già negli allenamenti prima dell'inizio del campionato mi fece ricredere. All'inizio dovette prendere le misure di un campionato che non conosceva, per cui non pressava come volevo, ma poi ha iniziato a migliorare. E l'anno al Bohemians gli è servito a crescere”.

Qualche aneddoto legato alla sua esperienza al Bohemians?
“Ricordo la sua prima partita in campionato. Dovetti sostituirlo all'intervallo perché non stava giocando bene. Non si demoralizzò e cominciò a lavorare sodo al punto da riconquistare la maglia da titolare dopo poche partite. Mi mostrò di avere carattere”.

Qual è la sua migliore qualità e dove può migliorare ancora?
“Ha una buona tecnica, un tiro potente ed è bravo di testa. Ma credo che dovrebbe essere più veloce a far girare la palla. E deve essere più pericoloso in area”.

Vi sentite spesso?
“Certamente. Dopo il suo esordio e il suo primo gol alla Samp mi sono congratulato con lui. Gli auguro il meglio”.

Può diventare l'attaccante del futuro della Repubblica Ceca?
“Ha già giocato con la maglia della Nazionale, dimostrando di bruciare le tappe. L'importante è giocare con continuità con la maglia della Sampdoria e se ci riesce credo che per lui il futuro in Nazionale sia quello di diventare come Koller e Baros”.

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