Evra, lo specialista in finali. E contro il Barcellona sarà il terzo round
Ci hanno visto lungo Marotta e Paratici, alla ricerca di un'identità europea da dare a una Juventus troppo forte per l'Italia, ma a cui serviva uno step in più a livello continentale. Servivano uomini d'esperienza nei palcoscenici che contano, a prescindere dall'età: per questo Patrice Evra era il profilo giusto. E dire che l'inizio non è stato dei migliori, tanto da essere frettolosamente bollato come 'bidone'. Un po' come 15 anni prima, quando fu scaricato dal Monza (!) senza troppi rimpianti. Quella ottenuta ieri sera per il francese sarà la quinta finale di Champions League.
La prima, a sorpresa, nel 2004 con l'incredibile Monaco di Didier Deschamps. A seguire tre cavalcate col Manchester United, con la coppa alzata nel cielo di Mosca nel 2008 e le lacrime nel vedere due volte l'invincibile Barcellona. Già, proprio i catalani che si ritroverà contro a Berlino, perché la Juventus ci è arrivata anche grazie a Evra. Altro che bidone...