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Fantascienza o patata bollente: Cassano e un canto del cigno da celebrare

Fantascienza o patata bollente: Cassano e un canto del cigno da celebrareTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
sabato 10 dicembre 2016, 22:382016
di Ivan Cardia

"Fantascienza". Così Ivan Juric ha definito l'ipotesi di vedere Antonio Cassano al Genoa. Così si è accodato oggi Carlo Osti, direttore sportivo della Sampdoria. Galeotta fu una cena tra Fantantonio e il tecnico rossoblù. Il grande tradimento, in effetti, sembra complicato: perché Cassano è stato per la Sampdoria quello che non è riuscito a essere per il calcio italiano. Il faro negli anni recenti, il giocatore in grado di trascinare una squadra. Arrivato, partito e poi tornato. Per diventare un caso: divide lo spogliatoio coi magazzinieri e non si fa problemi, però alla Sampdoria la patata bollente resta. Un po' per tutti: per il club blucerchiato, che vorrebbe liberare uno slot e un ingaggio. Per il fantasista di Bari Vecchia, che sta negandosi il canto del cigno. E lo sta negando a chiunque ami il calcio. Cassano è la fotografia più impietosa degli ultimi dieci anni del nostro pallone.

Un potrei ma non voglio, un potenziale fenomeno che però non è riuscito a essere costante. Dal gol all'Inter in poi, Cassano ha promesso e solo a sprazzi mantenuto. Poteva essere il più forte calciatore del Bel Paese, ne è stato il più discusso. Il più grande talento sprecato del calcio tricolore? Forse sì, forse no. Però ha ancora qualcosa da dare. Lo può fare, forse lo deve fare. Per un debito nei confronti di Eupalla. E di chi lo ha amato trotterellare con una palla al piede. Disegnare traiettorie come solo pochissimi avrebbero potuto fare. Se la Sampdoria è impossibile, se il Genoa è fantascienza, sia pure. Si può giocare anche lontano dalla città di Cristoforo Colombo. E non lasciar finire così il più grande rimpianto dell'Italia pallonara.