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Felipe Melo e Mancini. Inter, nervi a fior di pelle

Felipe Melo e Mancini. Inter, nervi a fior di pelleTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 8 febbraio 2016, 12:302016
di Marco Conterio

Quattro gare saltate per squalifica, una di queste per doppia ammonizione e tre consecutive per l'espulsione diretta contro la Lazio, ieri Felipe Melo è uscito dal campo contro l'Hellas Verona al 45' minuto di gioco. Un giallo nella prima frazione di gara, al 31', e poi tante proteste ed interventi rudi. Roberto Mancini ha preferito toglierlo dal campo per evitargli una possibile e probabile seconda ammonizione, ma la fotografia della sostituzione e della prima frazione del brasiliano, raccontano al meglio il momento dell'Inter. Mica solo del giocatore, perché puntare il dito su uno solo sarebbe ingeneroso ed ingiusto, per questo nel discorso va incluso gioco forza pure Roberto Mancini. L'assenza, oggi, all'incontro di Roma, spiega che il clima coi fischietti per il tecnico di Jesi è tutt'altro che idilliaco. Lo Scudetto è capitolo sognato, cullato ed accarezzato ma ora di fatto abbandonato. Mancini, che prima dice ai giocatori "a cinquant'anni avrei segnato anche io" dopo il Carpi e che ieri parla di "narcolessia collettiva" e di "qualcuno con cuscino sotto la testa, spiega che l'atmosfera non è delle più serene. Che i nervi sono a fior di pelle e che la serenità passata, quella della difesa imperforabile e dell'attacco che funziona, è da ritrovare.

Così come l'Inter deve ritrovare sè stessa, perché doti e qualità non si smarriscono. Si possono però perdere, per pressione e per incomprensioni. Felipe Melo, che ad inizio stagione è stato baluardo della mediana insieme a Gary Medel, è in un periodo di flessione e pure lui di pressione. Da qui gli sfoghi, i falli, i litigi. Da qui le critiche, sin troppo eccessive, di Mancini ai suoi. Perché non sbagliano solo i calciatori. Perché serve un'inversione di rotta, perché l'Inter ritrovi sè stessa e non perda almeno il sogno Champions League.