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Fiorentina, Bucchioni: "Gomez, la Roma e l'ultimatum. Ci mancava solo Pasqual"

Fiorentina, Bucchioni: "Gomez, la Roma e l'ultimatum. Ci mancava solo Pasqual"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 20 gennaio 2015, 07:392015
di Redazione TMW
fonte Enzo Bucchioni

Della serie mai una gioia, dopo la vittoria adrenalinica e fondamentale di Verona col Chievo, ci mancava solo il caso Pasqual (l'ennesimo) a togliere serenità alla Fiorentina. Un caso che fatichiamo a capire.

Pasqual ha un contratto in scadenza a giugno con una clausola ben precisa: il rinnovo sarà automatico se il terzino giocherà almeno venti partite, anche per mezzo tempo. In caso contrario a giugno potrà trovarsi un'altra squadra. E' chiaro che a Pasqual vogliamo tutti bene, è l'ultima bandiera viola, saremmo contenti se rimanesse anche a fine carriera perché trattasi di persona seria, ma sbaglia se pretende di essere lasciato libero ora, per andare magari al Milan, una delle concorrenti per l'Europa. E se non lo lasciano andare, in cambio non può neppure chiedere maggiore considerazione tecnica: le scelte (giuste o sbagliate) le fa l'allenatore. E poi a 33 anni fra poco, deve anche mettere in conto di finire qualche volta in panchina.

Dal caso Neto, passando per il caso Montella, ora il caso Pasqual non se ne può veramente più, visto che poi c'è un caso vero chiamato Gomez. Ne sentiamo di tutti i colori, ma la verità vera è che nessuno sa più cosa fare.

Ieri Simeone a proposito della doppietta del ritrovato Torres ha detto: "A 30 anni non si disimpara a giocare". Speriamo abbia ragione, fra l'altro Gomez di anni ne ha 29.

Siamo convinti anche noi che trattasi di blocco psicologico, e allora non resta che farlo giocare anche perché le altre soluzioni sono più difficili e complicate. Alla fine del mercato mancano due settimane, gli abboccamenti che ci sono stati sono rimasti tali, difficile il prestito, ancora più difficile la cessione: costa e guadagna tanto. E poi il giocatore vuol restare a Firenze. Montella non può neanche metterlo in panchina, fossimo al suo posto lo faremmo giocare anche domani in coppa Italia, il tedesco ha bisogno di lavorare, lavorare e lavorare. E provare tutte le volte possibili a ritrovare il gol: l'Atalanta potrebbe essere l'occasione giusta.

Ma l'occasione vera c'è domenica, una sfida calda come quella con la Roma sembra l'ideale per dare una scossa a un campione come Gomez. A volte il calcio offre storie del genere, grandi cadute e grandi risalite. Tocchiamo ferro.

E non cominciamo con il dualismo Gomez-Babacar. Il senegalese ha segnato un grande gol, ma fino a quel momento, nei minuti giocati era sembrato assolutamente fuori condizione e poco concentrato: dopo un mese di stop non è ancora pronto. Quindi inutile dargli troppe responsabilità in questo momento.

Avanti con Gomez, dunque, magari con il sostegno del pubblico fino a quando sarà possibile e la speranza che prima o poi tornerà.

Magari per la Roma sarà anche il caso di fare due discorsi tattici. I giallorossi giocano il 4-3-3 con Ljaijc e Iturbe sugli esterni d'attacco, Totti finto centroavanti. Il rischio è farsi allargare la difesa a tre per le percussioni dei centrocampisti giallorossi Pjanic e Nainggolan. Una soluzione potrebbe essere tornare alla difesa a quattro con Basanta a sinistra (nell'Argentina gioca da quella parte) e Richards a destra (ma come sta?), oppure chiedere ai due esterni del 3-5-2 viola un grande sacrificio in copertura. Ma, sinceramente, fatichiamo a vedere Joaquin rincorrere Iturbe o Ljaijc. Forse sulla fascia potrebbe tornare Cuadrado con Mati o Joaquin seconda punta e Aquilani (speriamo) in mezzo.

Difficile pensare a Diamanti in campo domenica dal primo minuto, ma forse anche domani in Coppa. Però mancano sei giorni e la condizione potrebbe migliorare per consentire prima possibile il debutto, c'è bisogno di una scossa. L'ex bolognese, comunque, mal che vada domenica andrà sicuramente in panchina. Almeno quella.

Intanto Pradè sta lavorando sui contratti e sul mercato. Come vi abbiamo sempre detto e come volevasi dimostrare, né Pato, né Giovinco sono mai stati giocatori nell'orbita viola.

Restano in piedi i discorsi Neto (qualche spiraglio per la cessione c'e') e Ilicic (Cairo dovrebbe alzare la posta), mentre è aperta la pista El Handaoui-Paloschi con il Chievo. Lazzari vuole il Cagliari, Brillante va verso Empoli, ieri Sabatini ha incontrato Preziosi per trovare una soluzione per Bertolacci in viola. Al Genoa offerto tutto Roncaglia più El Handaoui se non andrà al Chievo. Resta Iakovenko che ha poco mercato e poca voglia di lasciare il lauto contratto fiorentino. In partenza anche Marin ormai strachiuso, mentre Adv ha detto chiaramente che con la prossima campagna acquisti, vuole una Fiorentina più italiana e con meno esperimenti. E non ha torto, si lavora anche per questo e Bertolacci è un esempio.

Nel frattempo, una gioia è arrivata dal rinnovo del contratto di Savic fino al 2019. E' uno dei difensori più forti del nostro campionato, sta bene a Firenze, è destinato a diventare uno dei punti fermi per anni. Almeno speriamo. Ora si lavora per rinnovare Babacar, ma da quando si è messo in mano a Raiola (come anticipato mesi fa), la situazione è più complessa. Il contratto scade nel 2016, si punta al 2020, ma un'alleanza viola con Raiola potrebbe anche aprire l'orizzonte per altri giocatori della sua scuderia, quindi il lavoro sarà profondo e la Fiorentina spera anche proficuo. L'intenzione è quella di chiudere al più presto e anche Raiola concorda che la Fiorentina è la società giusta per far crescere ancora Baba.

Ultimo, ma non ultimo visto che è sempre in cima ai nostri pensieri, Pepito Rossi. Ieri, come previsto, ha iniziato a correre sul campo, caricando il peso sul ginocchio infortunato anche su un terreno non completamente liscio come può esserlo il tapis roulant. Dopo una paio di settimane ci sarà una prima verifica: se con queste sollecitazioni il ginocchio non avrà infiammazioni e il giocatore non sentirà alcun problema, si passerà alla corsa sempre lenta, ma con i cambi di direzione per dare un ulteriore carico all'articolazione.

Insomma, qualcosa di positivo sta succedendo, anche se come detto fin dal primo giorno, non ci sarà nessuna pressione sul giocatore, non si tenterà nessun recupero affrettato, tornerà in campo soltanto quando sarà al massimo della condizione fisica e mentale. Marzo è sicuramente un obiettivo come detto dai medici viola, ma in certi casi meglio un giorno in più di uno in meno e il ragazzo lo sa perfettamente nel suo interesse e per quello della Fiorentina