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FOCUS TMW - Juventus sull'orlo di una crisi di nervi: le dieci cause

FOCUS TMW - Juventus sull'orlo di una crisi di nervi: le dieci causeTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 30 ottobre 2015, 11:002015
di Raimondo De Magistris

Viaggio tra i problemi della Juventus, l'analisi della cause di un inizio di stagione che nessuno poteva immaginare. La Juve stenta, fatica, e non riesce a trovare la strada per risolvere una crisi diventata ormai endemica. Tanti i motivi che hanno portato al peggiore inizio di campionato da quando ci sono i tre punti. Alla Juventus - squadra, allenatore e società - il compito di dare delle risposte.

Appagamento - L'impressione dopo quattro Scudetti consecutivi è che per questa squadra il quinto tricolore consecutivo non sia obiettivo prioritario. La squadra, come mostrato nei primi tre turni, in Champions League ha mostrato altra marcia e compattezza. La sconfitta col Barcellona a Berlino brucia ancora e il sogno europeo in questo momento ha la priorità sull'ennesima conferma in Italia.

L'atteggiamento in campo - "L'atteggiamento della squadra deve essere diverso", ha detto Allegri subito dopo la sconfitta col Sassuolo. Un SOS lanciato in passato anche da Buffon, ma non raccolto dai calciatori di movimento. La squadra bianconera approccia le gare con troppa sufficienza e non sempre riesce a rimediare agli errori commessi nei minuti iniziali.

Gli infortuni - Nemmeno il tempo di ritrovare tutti i giocatori che subito Allegri ha dovuto fare i conti con due nuovi infortunati: Pereyra e Asamoah. Siamo ancora a ottobre, ma gli stop per noie muscolari in casa Juve sono già dodici. Una lista che ha reso ad ostacoli il percorso in questo avvio e lascia più di qualche perplessità sulla preparazione definita in estate.

Non c'è un modulo definitivo - Con che modulo gioca la Juve? Al momento, nessuno riesce a dare una risposta. Dal 4-3-3 al 3-5-2, passando per il 4-3-1-2. Allegri in questo avvio ha proposto tante soluzione senza, però, trovarne una definitiva. Uno scenario ben diverso rispetto a quello visto nella passata stagione. Allora il manager livornese fu abilissimo nel passare dalla difesa a tre a quella a quattro nel momento opportuno. Quest'anno, invece, la quadratura del cerchio non è stata trovata.

Centrocampo e attacco: addio titolarissimi - A centrocampo per necessità, in attacco per trovare il giusto tandem. Allegri quest'anno fatica a trovare una squadra titolare dalla cintola in su. La squadra cambia continuamente non solo nel modulo, ma anche negli uomini. E i risultati sono tutt'altro che soddisfacenti.

La cessione dei leader - Gli addii di Pirlo, Vidal e Tevez stanno pesando come un macigno. Erano i giocatori capaci di caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti di difficoltà e quest'anno non ci sono. C'è Buffon, certo, ma non è un giocatore di movimento e in mezzo al campo l'assenza di leader è un handicap grande più di quanto potessero immaginare in estate Marotta e Agnelli.

Sostituti (per ora) non adeguati - La squadra sembra più debole rispetto alla passata stagione. Dybala non è ancora Tevez, Hernanes non ha le qualità e la personalità di Pirlo e Khedira è ancora lontano dal diventare un leader come lo è stato per anni Vidal.

Mercato più proiettato al futuro che al presente - Nella strategia di rinnovamento definita in estate la Juventus ha badato più a costruire una squadra forte e competitiva nel prossimo quinquennio piuttosto che pensare a questa stagione. Una strategia che, probabilmente, porterà i suoi frutti con la crescita di giocatori come Lemina, Zaza, Dybala e Rugani, ma che sta trasformando questo campionato in una lunga agonia.

Allegri e il mancato rinnovamento della difesa - Da sempre la certezza sulla quale fondare la squadra, la difesa bianconera in questa stagione ha mostrato più di qualche cricchiolio. Bonucci non è ancora un leader, Chiellini ha palesato nell'ultima gara un nervosismo eccessivo e il sempre affidabile Barzagli ha ormai 34 anni. In questo scenario perché non lanciare Rugani?

Rivali più forti - Last but not least ecco le rivali Scudetto, squadre che quest'anno appaiono decisamente più attrezzate rispetto alle ultime stagioni. Pallotta e Garcia in estate hanno costruito una Roma in grado di disintegrare gli avversari anche quando non gioca al 100%. Il Napoli con Sarri ha capito come far esprimere al meglio i campioni in rosa. L'Inter è tornata dopo una prolungata assenza ingiustificata e la Fiorentina con Sousa ha portato avanti quel processo di crescita iniziato con Montella.