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FOCUS TMW - Le 15 tappe di Cassano: dal Real alla Juve. Mancata

FOCUS TMW - Le 15 tappe di Cassano: dal Real alla Juve. Mancata
mercoledì 1 marzo 2017, 16:002017
di Andrea Losapio

C'è un'enciclopedia da scrivere per Antonio Cassano. Quella di ieri è stata solo l'ultima tappa di una carriera in continuo sali scendi. Di litigi e genialate, di gol e Cassanate.

18 dicembre 1999 - Bari-Inter 2-1
Uno stop meraviglioso, un dribbling che assomiglia a quello di Baggio alla Cecoslovacchia nei Mondiali 1990, la stessa identica conclusione. Insomma, il nuovo numero 10 della Nazionale ha un nome e un cognome. Perché a diciassette anni in pochi possono vantare un gol straordinario come quello che dà la vittoria ai Galletti, con Fascetti in panchina. Nasce Il Pibe di Bari Vecchia, un calciatore grandioso. Matarrese gli regala una Golf GT, lui la guida senza patente. "A 17 anni mi hanno sequestrato due moto 125 e tre auto". Tutto molto bello, commenterebbe Pizzul.

5 marzo 2001 - 60 miliardi: è della Roma
Ora è ufficiale, Antonio Cassano creerà, con Francesco Totti, una straordinaria coppa. Franco Sensi vuole affidare al prossimo allenatore della Roma una squadra che possa guidare "Anche Babbo Natale". Di lì a poco vincerà lo Scudetto, ma i 60 miliardi sono già spesi, perché l'ufficialità arriva, appunto, a inizio marzo di 15 anni fa. Il 24 marzo, nella partita dell'Under21 contro la Romania, Claudio Gentile lo lascia in panchina. Lui va su tutte le furie, lasciando il ritiro della selezione "degli sfigati e dei rimbambiti". Con la Roma guadagna quattro miliardi all'anno, Totti diventa uno dei suoi migliori amici e lo redarguisce da vigile urbano in "C'è posta per te". Intanto lui spera di vincere il Pallone d'Oro entro due anni.

8 febbraio 2004 - Roma-Juventus 4-0
Nel novembre del 2002 Fabio Capello conia il termine Cassanate, perché il giocatore non si presenta in ritiro. Fanno pace, ma è solo il primo di uno dei tanti episodi che costellano la sua esperienza romanista. Che però raggiunge l'apogeo con il "quattro, zitti e a casa" sussurrato e mimato da Totti proprio contro i bianconeri: due gol e bandierina calciata. Il più plateale dei gesti sono le corna a Roberto Rosetti in occasione della finale di Coppa Italia del 2003, persa dai giallorossi in favore del Milan.

23 giugno 2004 - Italia-Bulgaria 2-1
Capello se ne va alla Roma, ma non c'è tempo - almeno per il momento - per i rimpianti. Trapattoni lo chiama per gli europei in Portogallo, inizialmente lo spedisce in panchina e Cassano vorrebbe insultarlo, consigliato però dai compagni più vecchi. Totti sputa addosso a Poulsen e per Cassano si aprono le porte di una maglia da titolare: segna all'ultimo secondo con la Bulgaria, pensa di avere risolto la qualificazione, scoppia in lacrime con il biscottone Svezia-Danimarca 2-2.

15 settembre 2004 - Quattro allenatori e il mancato approdo alla Juventus
Cassano ritorna con due settimane di ritardo dalle ferie, litiga con Prandelli, il bresciano se ne va prima della stagione. Arriva Rudi Voller, viene chiamato Rockefeller, se ne va. Cassano ha da ridire anche con Delneri, per non fare distinzioni, senza evitare dissensi pure con Franco Sensi e Totti. Lo spogliatoio è freddo, il capitano e Montella incominciano a dare ragione alla società, lui vorrebbe ritornare da Capello. Che nel frattempo è finito, appunto, alla Juventus: a inizio giugno sembra tutto fatto fra la Roma e i bianconeri, poi si parla di rinnovo che non arriva anche perché viene privato del titolo di vicecapitano da Spalletti.

3 gennaio 2006 - C'è il Real Madrid
A sei mesi dal termine del suo contratto, va ai Galacticos. Arriva a Madrid con un gusto decisamente discutibile, Con Lopez Caro è tutt'altro che amore, con la fidanzata dell'epoca nemmeno, ingrassa perché mangia continuamente dolci nella camera affittata al piano di sotto rispetto agli altri giocatori del Real Madrid.

20 dicembre 2006 - L'imitazione di Capello
Il Gordito così viene escluso dai Mondiali del 2006, poi arriva Capello. Dimagrisce, ritorna in sé, fino alla solita esclusione che ne provoca l'esplosione: "Sei più falso dei soldi del Monopoli". Fuori per 40 giorni. Vicino a Natale un video lo ritrae mentre prende fa l'imitazione dell'allenatore, scimmiottandolo. Qualche presenza, un assist nel derby, finisce out a marzo, non rientra più. Quando il Real Madrid vince il campionato lui è a Bari a riflettere sulla sua carriera.

13 agosto 2007 - La firma con la Sampdoria
Nel momento più basso della propria carriera, Cassano trova chi è pronto a rilanciarlo. Si tratta del presidente della Sampdoria, Garrone, che lo coccola e lo fa tornare a essere un grande calciatore. Dieci gol in ventidue presenze al primo anno, firma un quinquennale nel 2008 e arriva praticamente a parametro zero, con il Real Madrid che percepirà 5 milioni in caso di cessione nei tre anni successivi.

29 ottobre 2010 - Fuori rosa dopo una discussione con Garrone
La sua Sampdoria vola, è costantemente in zona Champions, con Pazzini sembra essere ritornati ai gemelli del gol, Mancini-Vialli. Peccato che poi ci sia un grosso scontro con Delneri che lo manda praticamente fuori rosa. La Fiorentina lo avvicina, sembra fatta, poi il caso rientra. Così come Cassano che a suon di gol spedisce la Sampdoria ai preliminari di Champions League. A novembre altro problema, stavolta con Garrone, l'uomo che lo aveva coccolato e rilanciato: una questione per un ritiro di un premio a Sestri Levante, con le offese come "vecchio di m..." e tante altre amenità su cui è meglio sorvolare. Finisce fuori, va al Milan.

3 gennaio 2011 - L'approdo ufficiale al Milan e il malore
"Se sbaglio al Milan, sono da manicomio". Con queste parole Antonio Cassano apre la propria conferenza stampa, la prima in maglia rossonera. Peccato che abbia riferito anche a qualche suo amico che aspettava una Ferrari, come l'Inter, salvo poi salire in una 500. Al Milan c'è Ibra, è la rinascita: Cassano vince lo Scudetto, il primo (e unico) della sua carriera, dopo che la Liga l'aveva vissuta da comprimario. Il 29 ottobre del 2011 viene colto da un malore e sta fuori per cinque mesi.

12 giugno 2012 - La conferenza stampa in Nazionale sui gay
Antonio Cassano probabilmente è fatto così. Non riesce nemmeno a comprendere qual è la gravita di alcuni termini, di alcune idee. Così a Euro2012 butta il carico, con un'eleganza inconsueta. "Ci sono froci in nazionale? Se dico quello che penso sai che cosa viene fuori… Sono froci, problemi loro, speriamo che non ci siano veramente in nazionale. Me la cavo così, sennò sai gli attacchi da tutte le parti". Già, un'ottima mossa che gli appioppa 15 mila euro di multa, un mese dopo.

22 agosto 2012 - L'arrivo all'Inter
Finalmente salito sulla Ferrari dei suoi sogni, l'idillio dura la conferenza stampa. Anche perché attacca subito Galliani, reo di non avergli rinnovato il contratto. "Mi ha preso in giro, promette ma poi non mantiene la parola. Faceva tanto fumo e poco arrosto". Le prestazioni sono abbastanza buone, prendendo in giro anche la Juventus (dove ci sono troppi soldatini, Bonucci rispose che c'erano solo professionisti), ma poi arriva la lite con uno Stramaccioni sempre più in caduta libera. Mani addosso ed esperienza finita a marzo 2013.

23 gennaio 2015 - La messa in mora del Parma
L'estate successiva vede il suo passaggio al Parma, nel 2013, in cambio di Belfodil. O meglio, lui e 10 milioni di euro per la comproprietà del francese. Il passaggio giova a Cassano perché la sua annata è più che soddisfacente, con dodici gol in trentaquattro partite, venendo convocato al Mondiale 2014 finito malissimo. Incredibilmente qui di Cassanate non se ne registrano - solo una furiosa lite con i compagni negli spogliatoi - però c'è la messa in mora del Parma (e l'addio) a gennaio 2015. Di fatto il primo passo (giusto) verso il fallimento della società ducale.

9 agosto 2015 - Il ritorno alla Sampdoria
Ferrero decide, contro il parere di Walter Zenga, di riportare Cassano all'ovile, quella Sampdoria che gli è rimasta nel cuore. Sarà uno dei principali temi di disputa con Coach Z, fino al suo allontanamento del tutto. Redivivo fra fine dicembre a inizio gennaio, il resto è un andamento altalenante che non è troppo difficile da spiegare.

28 febbraio 2017 - La fine dell'avventura
"Sicuramente darà il suo contributo, sta lavorando duramente". Queste sono le parole di Carlo Osti in ritiro, proprio su FantAntonio, nel luglio del 2016. Ferrero vuole un orologio perfetto, Cassano "giocherà poco, ma ha accettato le condizioni". Insomma, il problema - come al solito - è che vorrebbe giocare praticamente sempre. Ad agosto Cassano dice di poter finire alla Virtus Entella, infine con le liste chiuse rimane fuori squadra. A gennaio 2017 la risoluzione, con la possibilità di allenarsi fino al 28 febbraio, ieri, a Bogliasco. Poi bisognerebbe chiedere "ai signori" come mai gli è stata negata anche questa possibilità. E probabilmente i titoli di coda su una delle carriere più turbolente degli ultimi anni stanno scorrendo davvero.