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Galliani e i campanelli d'allarme mai sentiti

Galliani e i campanelli d'allarme mai sentitiTUTTO mercato WEB
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com
martedì 29 luglio 2014, 07:152014
di Andrea Losapio

Tre gol dall'Olympiakos, cinque dalle riserve del Manchester City. Otto gol, uno solo fatto - a risultato oramai compromesso con gli inglesi - e tanti punti di domanda che difficilmente diventeranno delle certezze. Il Milan che non esalta, per usare un eufemismo, non può ripartire da un solo acquisto. Eppure Adriano Galliani è convinto che qualitativamente, e numericamente, la rosa sia competitiva. In effetti ventisette calciatori possono rappresentare un'esagerazione, anche a causa delle mancanze di coppe da giocarsi, ma in campo vanno sempre in undici e se questi non sono all'altezza difficilmente è pensabile che l'agonia dello scorso campionato possa cambiare. Arrivati Agazzi, Alex e Menez, la sinfonia non è cambiata più di tanto. Anche perché in molti agiscono da tappo alle cessioni, iniziando proprio da Mario Balotelli, nel quale in pochissimi ripongono ancora fiducia dopo le figuracce estive ai Mondiali. L'Arsenal si è preso una pausa di riflessione, le altre big d'Europa sono coperte nel ruolo, sarà complicato pensare a una soluzione a breve giro di posta.

E pure Robinho, strapagato attaccante, non ha l'intenzione di andarsene con il decurtamento dello stipendio.
In generale gli otto gol non sono falsi negativi. Una volta si poteva obiettare che i tanti nazionali avevano privato il Milan della spina dorsale, stavolta è il contrario per il City. Difficile farsi illusioni quando la necessità di una squadra si chiama Alessio Cerci, quando l'attacco è sempre stato il settore privilegiato rispetto a mediana e difesa. Proprio la linea di centrocampisti dovrebbe essere migliorata, come il pacchetto difensivo. Continuare nella politica degli attaccanti è dannoso: solo Ibrahimovic potrebbe cambiare il volto a questa squadra. Ma, come campanello d'allarme, si sentirebbe soprattutto per l'ingaggio.