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Gerrard e la scommessa Balotelli: "Può essere top ma è una battaglia persa"

Gerrard e la scommessa Balotelli: "Può essere top ma è una battaglia persa"TUTTO mercato WEB
© foto di Image Sport
lunedì 14 settembre 2015, 15:482015
di Luca Bargellini

All'interno della sua biografia dal titolo "My Life", Steven Gerrard, storico capitano del Liverpool e vera leggenda vivente di Anfield, ha dedicato un'intero capitolo a Mario Balotelli:

"Alcune persone mi hanno chiesto se si potevano confrontare El Hadji Diouf e Mario Balotelli e ho sempre detto di no. Ho rispetto per Balotelli, per Diouf no. Balotelli è accattivante come calciatore, mentre Diouf no. L'unico aspetto positivo di El Hadji era la sua voglia di lavorare duramente sul campo. Dopo un po' di tempo però ho semplicemente capito che Diouf non era il solito calciatore. Mi dava l'impressione che il calcio fosse solo un passaggio nella sua vita. Almeno Balotelli potrebbe riuscire a strapparmi ancora un sorriso. Ho una piccola speranza che un giorno la sua carriera inizi a funzionare e possa dimostrare il suo potenziale con continuità.

Nella mia ultima stagione a Liverpool, Rodgers venne da me a Melwood in un giorno di metà agosto e mi disse in una chiacchierata sul campo di allenamento: "'Abbiamo mancato un paio di acquisti e sono rimasto senza opzioni, se non una scommessa'. Brendan fece una prima pausa e poi disse: 'Quella scommessa è Mario Balotelli'. La mia risposta immediata fu 'Uh-oh'.

Non avevo mai incontrato di persona Balotelli, ma avevo sentito le storie sui fuochi d'artificio in casa e le parole di Mourinho che lo aveva definito 'ingestibile'. Nella giusta atmosfera, però, ho potuto vedere che Balotelli è un giocatore di qualità, anche se la sua carriera sembra uno spettacolare spreco di talento. Questo è quello che penso di lui.

Devo ammettere anche che quando gioca con la Nazionale italiana Mario sembra in grado di splendere di una luce brillante. Come quando fu decisivo per la vittoria sull'Inghilterra ai Mondiali del 2014.
Dissi a Rodgers che, visto da vicino, si capiva che Balotelli fosse un grande giocatore. Brendan però aveva percepito le mie riserve ma era convinto che potesse valere il rischio. Il Liverpool sarebbe stata l'ultima grande occasioni per Balotelli. Gli sarebbe stato offerto un contratto molto rigido con il quale sarebbe stato punito qualsiasi comportamento sbagliato.

Ad ogni giocatore arrivato a Liverpool ho sempre dato la possibilità di essere accolto senza pregiudizi. Ho fatto lo stesso con Balotelli, cercando di fare del mio meglio per essere di mentalità aperta. La prima impressione su di lui la ebbi durante un'allenamento sui calci piazzati in fase difensiva. Mario disse a Rodgers: 'Io non marco sui calci piazzati. Non mi riesce'. Io ho pensato: 'Come? Sei uno degli uomini più forti fisicamente che abbia mai visto e non puoi marcare su un corner?'.

Brendan fu molto rigido. Disse a Balotelli: "Bene, adesso ci riesci e se non ci riesci imparerai'. Quello fu il primo conflitto fra i due, ma da quel giorno Mario iniziò a marcare gli avversari sui calci piazzati.

Fece il suo esordio il 31 agosto in casa del Tottenham, giocammo e vincemmo 3-0. Balotelli non giocò benissimo, ma s'impegnò duramente per il resto della squadra. Dieci giorni più tardi, però, si fece male Sturridge e la scommessa di Mario divenne in pericolo. Questo perché avrebbe dovuto giocare da unica punta e lui non ci metteva abbastanza impegno. La gara contro il Basilea in Champions League servì a tutti per capire che era una situazione senza speranza.

Dopo il suo promettente debutto contro il Tottenham i suoi allenamenti calarono d'intensità così come le partite successive. Anche il comportamento peggiorò.

Fra noi non c'è mai stato attrito. Avevamo un buon rapporto e ho sempre cercato di aiutarlo, non perdendo occasione di lodarlo in pubblico. Mi sono accorto che Mourinho aveva ragione su Balotelli: è davvero ingestibile. E' un giocatore dal grande talento, con le potenzialità per essere un calciatore di caratura mondiale, ma non lo sarà mai a causa della sua mentalità e delle persone che ruotano attorno a lui. E' sempre in ritardo agli allenamenti, vuole sempre l'attenzione su di sé e dice le cose sbagliate sui social. Per me, non lavora abbastanza duramente quotidianamente. La sua è una battaglia persa".