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Ghirardi vende i gioielli. Peccato possano liberarsi a zero, per colpa sua

Ghirardi vende i gioielli. Peccato possano liberarsi a zero, per colpa suaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 27 febbraio 2015, 12:302015
di Andrea Losapio

"I debiti? Basta vendere Defrel, Mauri e Cerri...". Ha sentenziato così Tommaso Ghirardi, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, spiegando che i debiti non siano di 200 milioni bensì poco meno della metà. E che lui aveva ottemperato tutti i doveri al 30 giugno del 2014 nello scorso novembre. Certo, non spiega perché l'indebitamento sia cresciuto così vertiginosamente nel giro degli ultimi tempi, perché abbia stretto contatti con Taçi, noto giocoliere (per non utilizzare un altro termine che finisce in -ere) del calcio italiano, sempre interessato alle società in vendita ma che non aveva mai finalizzato un acquisto. E chissà perché, viene da chiedersi. Poi è arrivato Andi Lila, connazionale di Taçi, e qualcuno dovrebbe spiegare come mai, visto che finora è stato utile come un due di spade con briscola coppe, anche a causa di un infortunio.
Lasciamo perdere Manenti per un attimo, per il quale sarebbe opportuno un oblio mediatico fino al fallimento, torniamo alle parole di Ghirardi. Basta vendere Defrel, Mauri e Cerri per abbattere metà (un centinaio di milioni) del budget. Peccato che senza una lira possano mettere in mora la società e andare via a parametro zero. Per colpa sua, perché ha deciso da un giorno all'altro di non pagare gli stipendi - come spiegato da Lucarelli - aggrappandosi solamente a una scadenza IRPEF e un'esclusione dell'Europa League che sembra tanto uno scarico di responsabilità quando la barca stava già affondando.

Non c'è, ovviamente, la riprova. Ma il fantastico balletto degli ultimi giorni è davvero riprovevole nei confronti di chiunque ami il calcio, pur dovendo a Ghirardi almeno qualche stagione di "favola", o quasi.
In ogni caso, Defrel è in compartecipazione con il Cesena. Anche volendo sparare una cifra molto alta quanto è possibile ricavare, da lui? 5 milioni circa? Verrebbe da sganasciarsi dalle risate, poiché (come spiegato da Foschi) il Cesena, che ne detiene la compartecipazione, non ha fatto mercato perché senza soldi. Con quali soldi riscattarlo? Poi José Mauri e Alberto Cerri: il primo è entrato in prima squadra perché senza molte altre alternative, varrà una quindicina di milioni (pare abbia messo in mora, si può liberare a parametro zero, come fa Ghirardi a dire di cederlo, bella domanda). Il secondo è stato ceduto in prestito in B nonostante la penuria di attaccanti, la crisi di Belfodil e la solita incognita Palladino, per non parlare di Coda o Bidaoui: come si può valutarlo oltre la decina - stando larghi - di milioni? Impossibile. Conti della serva: cinque più dieci più quindici, trenta milioni. Forse si può incominciare a capire perché il Parma sia sommerso dai debiti. E da 242 calciatori.