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Guardiola, il Re torna a casa per dare il via a un nuovo ciclo vincente

Guardiola, il Re torna a casa per dare il via a un nuovo ciclo vincenteTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 6 maggio 2015, 13:002015
di Raimondo De Magistris

Per chi fin dal 1984 ha incrociato la sua storia con quella del Barcellona la gara di stasera non potrà essere come tutte le altre. Nella conferenza stampa alla vigilia del primo atto del doppio confronto di Champions, Guardiola ha provato a distogliere l'attenzione dal fatto che questa sarà la sua prima sfida contro il suo club ma con scarsi risultati. Troppo forte l'emozione di un passato che riaffiora in modo veemente quando si torna nei posti nei quali hai vinto tutto, troppi i ricordi quando rientri a distanza di tre anni nello stadio che ti ha permesso di entrare nel gotha del calcio. Pep e il Barça, una storia d'amore che non può essere sopita ma che deve essere accantonata. Almeno per 180 minuti.
"Se i miei ragazzi riusciranno a segnare al Camp Noi io esulterò", ha detto Guardiola che ora allena il Bayern e avrà in quella di stasera la gara più difficile nella sua avventura bavarese. Sarà la sfida contro il suo club e il confronto con un suo caro amico, quel Luis Enrique che è alla guida della squadra più in forma del momento. Il Bayern come mai era capitato in questa stagione non partirà coi favori del pronostico, un ruolo da underdog che mal si sposa con chi è chiamato a dominare sempre e comunque.
Eppure stasera sarà il Barcellona a dover vestire i panni del leone. Da un lato Messi, Neymar e Suarez, dall'altro una corazzata senza molti corazzieri, cioè Ribery e Robben, ma anche Alaba e Badstuber.
Il Bayern dovrà fare meglio, molto meglio rispetto alle ultime due trasferte europee per uscire indenne dal Camp Nou e giocarsi tutto sei giorni dopo all'Allianz Arena.

Lo sa bene Guardiola che alla vigilia ha parlato di un Messi inarrestabile quando è in giornata, ma intanto è pronto a schierare i suoi con un atteggiamento meno spregiudicato del solito: Götze in panchina, difesa a tre e Bernat e Lahm sulla linea di centrocampo pronti a scalare in fase di non possesso.
Precauzioni necessarie perché Guardiola non può sbagliare questa gara. Il Bayern falcidiato dalle assenze resta la favorita di questa Champions e il manager catalano è stato chiamato in Baviera per dare il via a un ciclo vincente come quello che ha vissuto a casa sua. A Barcellona dopo 16 trofei conquistati da giocatore (anche la Champions nella stagione 1991/92) s'è ripetuto da allenatore con un quadriennio che ha rivoluzionato il calcio moderno. E' lui ad aver originato il tiqui-taca come lo conosciamo oggi, ad aver riportato in alto il Barcellona con tre Scudetti consecutivi, due Champions un triplete nella stagione 2008/09 e tanto altro. Per un totale di 14 trofei.
Trionfi che la dirigenza del Bayern vuole si ripetano anche il Germania. A una squadra così forte non può bastare la Bundesliga, serve la consacrazione europea e quella arriva superando anche partite nelle quali i favori del pronostico non sono dalla tua parte. Per Guardiola sarà il più grande esame di questa stagione, al Camp Nou contro la sua squadra. A lui il compito di incartare il tridente più forte al mondo per trascinare il Bayern verso la finale di Berlino.