Higuain e il rinnovo. Il Napoli diventa una boutique molto costosa
Non ci sono solo rigori sbagliati, uscite infelici del fratello rintuzzate da De Laurentiis, abbracci con Sarri e risse sfiorate fuori dalla discoteca. Per Gonzalo Higuain il 2015 porta un aumento di stipendio a sei milioni di euro, ma con una clausola rescissoria più bassa, meno dei 94 milioni che al momento sono praticamente inavvicinabili, a meno che qualche big europea voglia regalarsi un unico acquisto, magari vendendo il proprio pupillo. Avrebbe potuto farlo la Juventus con un addio di Pogba, a patto di non acquistare più nessuno. E forse pure il Liverpool, dopo la cessione di Sterling, senza però Firmino e Benteke.
Ecco, in un'epoca che vede le società incassare moltissimi soldi per i gioielli più costosi, con fatturati oramai esplosi, abbassare la clausola rescissoria di Higuain significa che solo una sua cessione potrà stravolgere - e magari migliorare sensibilmente - il Napoli. Acquistare a poco e vendere a molto, come il Porto, come l'Udinese.
Insomma, diventare una boutique molto costosa sarebbe, di fatto, un ritorno al passato. Quando Lavezzi andava via per poco meno di 30 milioni - e una clausola vicina alla cessione - mentre per Cavani veniva versata l'intero ammontare, 63 milioni.
I novantaquattro per Higuain possono sembrare un'esagerazione, e forse per un giocatore di 27 anni (ventotto a dicembre) lo sono. E per chiudere una buona plusvalenza si può chiedere anche meno. Ricostruendo da capo: ma, probabilmente, è un problema che verrà esaminato nella prossima sessione di mercato, fra un anno. E post rinnovo, ovviamente.