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I dolori del (non più) giovane Ancelotti

I dolori del (non più) giovane AncelottiTUTTO mercato WEB
© foto di Pedro Rodriguez Canelo
mercoledì 4 marzo 2015, 07:452015
di Andrea Losapio

La Decima era l'ossessione del Real Madrid. Carlo Ancelotti l'ha vinta, in uno scontro epico contro l'Atletico. La finale delle finali, come se Roma-Lazio di Coppa Italia di qualche anno fa si fosse giocata in un altro stadio, con in palio un altro trofeo, in ballo un altro onore. Il gol di Sergio Ramos all'ultimo minuto ha evitato un bagno di sangue per il tecnico italiano - troppo perdere campionato e finale - e lo ha confermato come uno dei migliori al mondo. Non che ce ne fosse bisogno, dopo le due vinte a Milano. Però dopo avere bucato con Chelsea e Paris Saint Germain qualcuno si chiedeva se fosse l'uomo giusto. La risposta è stata inequivocabilmente sì.
Ora, a poco meno di dieci mesi da quella finale dal gusto dolce, dolcissimo, c'è un retrogusto più che amaro.

Perché a Madrid non sempre basta vincere, bisogna anche convincere. E quando si prendono quattro scoppole dall'Atletico - che ha reso la pariglia, in modo certo non paritario - di Simeone le domande ricominciano a partire. Difficile durare troppo tempo sulla panchina delle merengues, Ancelotti lo sta capendo a sue spese, più che altro perché il Barça è lì a due passi. E la partita con il Villarreal ha consegnato un Cristiano Ronaldo opaco nonostante il gol (cinque nelle ultime otto, e sono pure pochi per il portoghese), mentre in settimana solo Isco è stato votato come membro dell'undici ideale della Liga. Il solito organo di stampa - As - della casa Blanca ha dato il secondo avviso ad Ancelotti, al terzo chissà cosa può succedere. Ed è pure possibile che l'italiano, alla fine della stagione, finisca al Manchester City. Pellegrini non è più saldo sulla panchina light blue, l'addio probabile alla Champions rischia di compromettere ulteriormente il suo futuro, e la sconfitta contro il Liverpool ha messo in ghiaccio la Premier per il Chelsea. Qualche dolore c'è, quindi, per Ancelotti: ma chissà quanto dureranno.