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Il doppio fronte, gli infortuni e non solo: Sassuolo, crisi giustificata

Il doppio fronte, gli infortuni e non solo: Sassuolo, crisi giustificataTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 7 novembre 2016, 07:302016
di Pierpaolo Matrone

Dall'Europa alla quasi zona retrocessione. Raccontata così, la storia del Sassuolo sembra essere la più antica delle favole: tanto bella, unica, ma fugace. Come il Leicester dell'anno scorso - con le dovute proporzioni, sia chiaro - giusto per intenderci. Un anno buono e via, si ripiomba nella mediocrità. Ma questa storia non va raccontata così. Innanzitutto perché siamo ancora alla dodicesima giornata di campionato e sparare sentenze è quantomeno frettoloso. Poi perché dietro la crisi, che c'è, è evidente e non ricopre solo il campo dei risultati, ci sono tante motivazioni che possono indurre a pensare che il momento no (perché ora come ora solo di questo si può parlare) sia giustificato e, con la risoluzione di determinati problemi, può esser messo alle spalle.

In primis, il dato che balza subito agli occhi è quello relativo agli infortuni. Ora come ora Eusebio Di Francesco non ha un centrocampo. Negli ultimi giorni si sono susseguiti i problemi fisici, che hanno colpito proprio la zona nevralgica del campo. I guai muscolari di Missiroli e Magnanelli, le noie alla caviglia di Duncan (sempre vicino al ritorno, che però non si concretizza mai), la distorsione di Sensi, l'infiammazione di Mazzitelli, sono soltanto gli ultimi stop che si sono aggiunti alla lunga lista ospedaliera del tecnico neroverde. Passando poi anche ai difensori: Antei, Cannavaro, Letschert. Fino ad arrivare all'infortunio degli infortuni, quello di Berardi, che è un vero e proprio caso in Emilia. Un mistero al quale neanche Di Francesco riesce a trovare soluzione, tanto da ammattire al sol pensiero che la stella della squadra manca addirittura dal mese d'agosto.

Ma non solo infortuni, alla base della crisi del Sassuolo c'è anche il primo anno da 'big'. Nel senso che, proprio come le altre grandi di Serie A, Defrel e compagni stanno fisiologicamente pagando anche il doppio fronte. Se Juventus, Napoli o Roma, però, ci sono abituate (e nonostante ciò anche loro si trovano in difficoltà nei vari tour de force), in questo caso il discorso è completamente diverso. L'impatto con l'Europa League, dunque, non è da sottovalutare, né dal punto di vista fisico né da quello psicologico. "L'obiettivo può essere la Champions League" aveva dichiarato patron Squinzi agli albori della stagione in corso, con un pizzico di esagerazione nelle ambizioni, attirando adesso le critiche più feroci di quelli che guardano solo il quintultimo posto in classifica. Ma calma: il progetto c'era quattro mesi fa e c'è ancora, la proprietà era forte quattro mesi fa e lo è ancora. Impossibile che sia diversamente. Impossibile che sia cambiato tutto in così poco tempo.