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Il giramondo Bosz, il talento di Dolberg e la fucina di talenti Ajax

Il giramondo Bosz, il talento di Dolberg e la fucina di talenti AjaxTUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
giovedì 23 febbraio 2017, 14:002017
di Marco Conterio

Quando il cuore chiama, Peter Bosz risponde. Da calciatore è stato giramondo, centrocampista con la valigia e fu tra i primi a sbarcare in Oriente, in Giappone, nelle fila del JEF United. Ha giocato in Germania, in Francia, è stato bandiera del Feyenoord e da tecnico ha allenato sedici anni in patria prima di volare in Israele. In mezzo una vittoria dell'Hoofdklasse, il campionato dilettantistico, con l'AGOVV Apeldoorn, una retrocessione in Eerste e una promozione con l'Heracles. Poi il ruolo di direttore tecnico del Feyenoord, il Vitesse delle meraviglie e, appunto, il volo in Israele. Nel gennaio del 2016 prende in mano i campioni nazionali del Maccabi Tel Aviv, arriva secondo ma a maggio suona il telefono. Chiama l'Ajax e, quando chiama l'Ajax, non puoi dire di no.

L'inizio è la sveglia in mezzo alla notte, il cuore che batte, l'incubo che ti avvolge. L'Ajax, reduce da un campionato perso all'ultimo tuffo in favore del PSV Eindhoven quando De Boer era allenatore, esce ai play-off di Champions League contro il Rostov. Per Bosz arrivano i primi fischi, poi inizia pian piano a disegnare il suo Ajax. Il suo gioco. Il suo calcio. Che si sposa al meglio con la filosofia dei Lancieri, quella del bel calcio unita alle vittore. Un 4-3-3 verticale, veloce, dove il gioco non è specchio di se stesso ma mezzo per qualcosa. Bosz non è il teorico del bello perché piace, ma del bello perché vince.

Oggi il suo Ajax sfida il Legia Varsavia dopo il cupo 0-0 dell'andata. In Eredivisie, Feyenoord, Ajax e PSV hanno vinto tutti le ultime cinque e i lancieri sono a meno cinque dalla formazione di Rotterdam e a più tre da quella di Eindhoven. Il fulcro dell'attacco di Bosz è uno dei migliori talenti visti nell'era recente del campionato olandese come il danese Kasper Dolberg. Ha vent'anni da compiere e ai suoi fianchi ci sono altri due ragazzi terribili come il ventunenne burkinabè Bertrand Traorè e il ventitreenne tedesco Amin Younes. Tra le alternative un altro giovane come Hakim Ziyech (che nell'andata ha giocato da interno di centrocampo) e soprattutto il diciassettenne figlio d'arte Justin Kluivert senza dimenticare il colombiano, neppure ventenne, Mateo Casierra. Il fulcro del gioco è l'esperto trentenne Lasse Schone, fresco di rinnovo, al suo fianco non può mancare il capitano Davy Klaassen. Dietro Bosz punta su due centrali bravi a impostare il gioco come il ventenne colombiano Davinson Sanchez, mediano che fa il difensore centrale senza problemi, il classe '96 Jairo Riedewald o il più esperto Nick Viergever. Poi due terzini abili a correre e spingere ma pure a difendere e impostare, quali Joel Veltman, Daley Sinkgraven o sporadicamente, in stagione, anche Kenny Tete. Tra i pali il fresco campione d'Africa, il ventenne camerunese Andrè Onana. Una formazione giovane e bella, dal grande futuro. L'Ajax, senza stupirsi troppo. Con un giramondo a prenderla per mano.