Il PSG e il fantasma di Ibra. Emery vince ma senza convincere
Vincere, senza convincere. Il Paris Saint-Germain visto ieri a Basilea è stata poca cosa. Poca qualità. Poca costanza. Però ha vinto in Svizzera, con un eurogol di Meunier a decidere la partita. Cavani è stato ombra di se stesso, l'unica cosa che è funzionata è stato un centrocampo dove Marco Verratti ha zittito critiche e malelingue, dove Thiago Motta ha ripreso il ciak della regia, dove Blaise Matuidi ha spiegato perché la Juventus lo abbia lungamente seguito e braccato.
La stagione di Unai Emery è però ben distante dalle aspettative, se si considera un Nizza dominatore della Ligue 1, se si considera una vittoria risicata a Basilea, se si considera che per molti era l'anno dell'esame dopo l'addio di Zlatan Ibrahimovic. Il PSG è qualificato agli ottavi e questo conta. Ha vinto e questo conta. Sono piccoli passi, però. Per tornare la squadra di Ibra, serve ancora strada da percorrere. E non può bastare il centrocampo o solo un eurogol di un terzino.