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Il tramonto dell'Impero

Il tramonto dell'ImperoTUTTO mercato WEB
© foto di Image photo agency
giovedì 28 maggio 2015, 08:002015
di Marco Conterio

Gli americani sono sbarcati in Europa. Ancora. A salvare un pallone corrotto e malato, da anni, dove la Dea Eupalla è sottomessa all'interesse del vile Dio Denaro. Nell'Olimpo del pallone non c'è però spazio per i sentimenti e per le preghiere. C'è però un giorno, il F-Day, in cui il sole decide di tramontare, sotto le nuvole d'America. Perché prima o poi tramonta per tutti, anche se pare destinato a brillare in eterno, a splendere sulla chioma canuta delle alte poltrone.

Ventisette maggio duemilaquindici è il giorno della rivoluzione, del terremoto. Là proprio dove la neutralità la fa da sempre da padrone, in quella Svizzera dove la FIFA ha messo le sue radici e dove, in un albergo, sono stati arrestati sette dirigenti con altri otto fermi. 9 membri della FIFA in tutto e 6 che lavorano nell'organizzazione a vario titolo, "ed è solo il primo passo", fa sapere il Federal Bureau Of Investigation.

Coperti da un lenzuolo, cercano di lasciare il calcio come fantasmi, come si sarebbero mossi pare, stando a chi s'è confessato ed alle accuse, tra tasche e portafogli. L'accusa è di corruzione, riciclaggio di denaro, frode, vent'anni di possibili malaffari. Che, poi, dai dettagli, paiono anche riguardare le massime tematiche del calcio mondiale.

Domani, però, si vota. E questo è il passo antistorico di un capitolo rivoluzionario. Sepp Blatter, il reazionario del football, punta sempre a restar su nell'Olimpo, nonostante la sua FIFA (il Presidente non è coinvolto e sotto accusa in ogni caso e la Federazione si è dichiarata, tramite il portavoce D'Onofrio, "parte lesa", ndr) sia stata sconvolta e stravolta dallo Scandalo. Quello Maiuscolo, che non porterà però alla mancata votazione, o al rinvio della stessa. Dovrebbe lasciare, ora che l'Impero è crollato.

Diego Armando Maradona e Luis Figo avevano provato, senza riuscirci, a scoperchiare con un tacco il vaso di Pandora. Il principe giordano Alì Bin Al Hussein, suo sfidante, parla di "crisi rilevante e non solo per i fatti di oggi". Servivano gli Americani, per salvare lo sport del Vecchio Continente. Dove il sole tramonta per tutti.