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Inter, assuefazione al fallimento: servono sei titolari

Inter, assuefazione al fallimento: servono sei titolariTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 24 aprile 2017, 07:152017
di Gianluigi Longari

Metà aprile con i remi saldamente tirati in barca. I bonus sono finiti da tempo in casa nerazzurra, ma nonostante ciò, sia che i soldi non ci siano sia che vengano spesi male, le dinamiche di fine stagione restano sempre le stesse. La bolla di sapone Pioli è esplosa alle prime difficoltà dissolvendosi nell’aria primaverile proprio come le ambizioni nerazzurre che da anni ormai non resistono alla stagione più importante dell’anno, quella in cui i risultati vanno raccolti. Una squadra definibile come tale solo in pochi dei suoi protagonisti, e che per rendersi competitiva sembra necessitare di una rivoluzione assoluta più che di qualche assestamento di prospettiva come sembrava ipotizzato sino a qualche illusoria settimana fa. Servirà chiarezza nel progetto tattico e tecnico, magari con la possibilità che chi ha avuto sacrosanta fiducia possa svolgere il suo lavoro senza interferenze, conseguenza primaria della scelta del nuovo allenatore. Senza parlare ancora di chance di conferma incompatibili con ambizioni di alto livello.
 Serviranno carattere e una mentalità vincente, ferrei anche di fronte alle avversità che hanno invece frantumato uno spogliatoio completamente privo di guide spirituali e tecniche.



In mancanza di carisma da parte di una figura emblematica sulla panchina, ciò che sarà indispensabile è il reperimento di top player che possano indicare la strada per la risoluzione dei problemi ai giocatori talentuosi ma privi della capacità di incanalare lo sconforto in carattere ed in energia positiva.
Due terzini di primo piano, un centrale difensivo degno di questo nome, due centrocampisti di qualità e palleggio ed almeno un esterno offensivo di livello assoluto anche dal punto di vista realizzativo sembrano condizioni indispensabili per ipotizzare un futuro ad alto livello, serve gente affermata che vada a tracciare una squadra diversa rispetto a quella attuale per più di metà dei suoi effettivi. Un disegno che ammetterebbe il fallimento di quanto costruito sino a questo momento, vivaddio. Una presa di coscienza necessaria per evitare di ritrovarsi il prossimo aprile a commentare stagioni così. Esattamente come quella prima, e quella prima ancora, e così via andando indietro negli anni precedenti.
Il blasone della piazza implica competenza, carattere, qualità per sostenere le aspettative. E’ ora che se ne prenda coscienza definitivamente.