Inter, da scelta a necessità: i paletti di Mazzarri

Qualora non fossero bastate le due apparizioni in campionato, anche l'Europa League ha dato una conferma totale sulla predisposizione dell'Inter a un determinato modulo tattico. Posta la quasi totali imprescindibilità della difesa a tre, diventa obbligatorio l'utilizzo di un'altra punta al fianco di Mauro Icardi per consentire alla manovra interista di trovare i giusti sbocchi in fase avanzata. La riprova è arrivata con la serata di Kiev, in cui anche per necessità Mazzarri aveva scelto di affidarsi ad uno schieramento più prudente perseverando con l'esperimento già fallito lo scorso anno di Guarin in appoggio ad una punta di ruolo.

Un equivoco risolto solo con l'inserimento in campo di Osvaldo, capace di sbloccare le nemmeno troppo strenue difese avversarie, stappando poi il risultato con la complicità dell'espulsione di Rotan e dell'inserimento vincente di D'Ambrosio. Valutazioni inevitabili, sebbene nascano con una stagione ancora tutta da disegnare, e che indicano una via maestra difficile da ignorare viste le premesse ed i risultati, ma che spesso stridono ora con le decisioni dello stesso Mazzarri o con la scarsa profondità di una rosa che nel reparto avanzato consta alla fine dei conti di soli tre effettivi. Buone basi ma dettagli da rivedere, in attesa di trovare quella continuità di gioco che spesso e volentieri si porta dietro anche i risultati.