Inter, dal progressismo al dogma del risultato

Dal progressismo di de Boer al calcio senza fronzoli. Dovrà consistere sostanzialmente in questo il cambiamento che l'Inter ha intenzione di predisporre nella partita di stasera contro il Southampton: un match da dentro o fuori che non accetterà nessun genere di scusante per i milanesi. Lontano dal campo l'ambiente surreale che una società latente ha contribuito a creare a poche ore dal primo dentro o fuori dalla stagione; nessun accenno neppure agli exit poll delle ore successive che daranno luce al nome del prossimo allenatore della Beneamata. Nulla di tutto ciò.
4-4-1-1 abbottonato e coperto, con la soddisfazione di Banega che potrà giostrare come trequartista libero di sfogare il suo estro alle spalle di Icardi senza essere ingabbiato in tatticismi di alcun genere, e spalle coperte dalla presenza di presumibilmente due mediani come Medel e Melo alle sue spalle.

Ci si copre e si riparte, affidandosi alla voglia di rivincita di quel Perisic vittima sacrificale delle ultime scelte della precedente gestione, e di Candreva che sull'altro versante dovrà confermarsi decisivo esattamente come nella gara di andata.
Conta solo il risultato, nel tentativo di non essere influenzati da fattori esterni che, per come è stata posta la questione, non possono davvero non influenzare. La costruzione di un gruppo solido passa anche da qui. Buttare una stagione a novembre potrebbe essere davvero troppo per tutti.