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Inter, dieci anni dopo l'architetto è lo stesso

Inter, dieci anni dopo l'architetto è lo stessoTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
mercoledì 2 settembre 2015, 08:392015
di Gianluigi Longari

Parola d'ordine: restaurazione. A cadenza decennale, come la facciata di un edificio trascurato e devastato dalle intemperie, l'Inter sembra necessitare di una rimessa a nuovo su ogni livello. Prerogativa messa in luce nel corso delle stagioni passate, ma demandata a giorni più felici dal punto di vista economico. Come un paio di lustri fa, la società che nel frattempo ha cambiato timoniere, si è affidata al medesimo architetto: quel Roberto Mancini che contribuì in maniera sostanziale ed innegabile alla costruzione di un gruppo che iniziò il suo percorso verso successi intramontabili. La storia si ripete, almeno nelle prospettive nerazzurre: totale la fiducia nelle scelte del proprio tecnico, per un'estate influenzata come non mai dalle valutazioni di chi siede sulla panchina interista. Ispirata da lui la scelta del trascinatore Jovetic, anche se va detto che il primo obiettivo era Salah.

Totalmente sue le scelte di Perisic, Melo e Telles per ricostruire l'architrave di una squadra che necessitava maledettamente di talento e personalità. Un po' come accadde a suo tempo per gente come Maicon, che da buon giocatore diventò immenso in nerazzurro, o Cambiasso trasformato da Real rifiuto a colonna portante dell'ultimo decennio interista. Dissacrante ogni paragone, al di là quello dell'abbandono totale della società alle scelte di Mancini. Fondamentale la professionalità di Ausilio per trasformare in realtà tangibili quelli che economicamente sarebbero dovuti restare solo sogni. Al campo il compito di dare il suo responso, trasformando le aspettative e fiducia in meriti o in responsabilità.